
UNA SQUADRA SENZA ANIMA
- Aprile 12, 2015
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Una squadra fredda e distaccata, quai industrializzata. Dinamiche che contavano su un meccanismo razionale, senza variabili umane che potessero condizionare il progetto. Il Cagliari di Giulini aveva un obiettivo, dare un volto pragmatico alla società. Metodi scientifici che dalle aule della teoria specializzata prendessero possesso del campo d’esperienza. Manager titolati in ogni ruolo e un tecnico, Zdenek Zeman, che facesse da guida all’evoluzione calcistica della squadra. Metodi collaudati, cultura della fatica, schemi geometrici dimostrati con calcoli matematici, fede assoluta nell’idea base. Tutto curato nel minimo dettaglio trascurando solo la profondità del mare che separava la teoria dalla realtà. I calciatori che somigliano a macchine non sono tanti e non sono perfetti. Molti di loro assumono strategie da scienziati per nascondere i difetti di base o per tentare di rimuoverli. Sono però quasi sempre scelte individuali. Se non le adottano personalmente scelgono di affidarsi a trainer che possano guidarli nel loro percorso. Nel Cagliari sono state calate da un giorno all’altro. Non doveva essere una rivoluzione, questo si era detto, ma lo è stata. Il passato era fatto da uomini e non da macchine. Anche loro con diversi difetti, ma diversi. Con il gruppo, la forza d’animo, l’entusiasmo e la passione le squadre degli anni scorsi hanno rimediato ai difetti della macchina. Chiamati ad essere solo macchine, questi difetti sono riemersi nella loro drammaticità. Non c’è stato miglioramento, basti vedere il rendimento della squadra in avvio di torneo, addirittura superiore a quello delle ultime gare. Il Cagliari che è stato disumanizzato, affidato ai calcoli e alle teorie di società e tecnico, è ora una squadra senza anima, con idee che non decollano, con pochi punti in classifica, con protagonisti che vivono sereni, basti vedere come superano con facilità, divertendosi, i traumi della retrocessione che si avvicina. A soffrire siamo noi che ci teniamo e che ci dividiamo in avvocati e magistrati, a difesa o all’attacco dell’uno e dell’altro. Disorientati e incantati, illusi o demoliti, da un progetto fallito. Solo l’umiltà potrà farci rialzare, con il lavoro del contadino e non quello del matematico.