Le certezze sono sempre le stesse. Le novità da prendere con le pinze. Il bel Cagliari che ha travolto l’Albinoleffe è finalmente un momento di gioia che però non deve indurre ad abbassare la guardia. Evidenzia che la rivoluzione che aveva Cellino a fine campionato scorso non ha motivo di essere ipotizzata. L’intelaiatura del passato è sempre il fuoriclasse rossoblu. Difesa  distratta raramente. Centrocampo padrone. Fantasia affidata al solito Cossu. Le meraviglie sono arrivate dall’attacco. Oltre a Nenè un Larrivey che non ti aspetti ma che ha deluso talmente tante volte che va certamente rimandato ad altra valutazione. Non sarà il Milan, visto che l’Argentino ha una giornata di squalifica da scontare dopo la rissa con il Bastia. Curioso che il Cagliari abbia segnato cinque gol in una sola partita proprio in concomitanza con i nuovi acquisti. Una vittoria che non può non avere il marchio di Roberto Donadoni. Impossibile credere che in pochi giorni sia stato Ficcadenti a cambiare la squadra. L’unico modo per bocciare il precedente tecnico sarebbe pensare che soffocasse con le sue idee il naturale sviluppo di gioco della squadra, cosa per altro possibile. Avanti quindi in attesa dei documenti, i transferts che mancano per vedere all’opera Ibarbo e Thiago Ribeiro. Ieri tutti i nuovi erano presenti al Sant’Elia a confermare il nascondino di cui avevamo parlato e una strana concezione della comunicazione che viene indirizzata  in modo tutt’altro che imparziale. Per fortuna non contaminando la nostra libertà di espressione, ancor più svincolata da favori di scambio. Ultima nota dolente, i cori rivolti a Biondini che hanno diviso lo stadio. Il pericolo di un nuovo caso Marchetti è concreto. Se non fosse che Biondini non è diventato il terzo portiere. E il caso quindi può essere affrontato e risolto. Magari basta…il Parolo.