27 giorni di lavoro intenso per riportare il Cagliari in Sardegna. Il Nereo Rocco di Trieste ieri si spera abbia ospitato l’ultima partita interna del Cagliari. Vinta meritatamente con il bel gioco, malgrado qualche pericolosa sbavatura. Squadra capace di divertire e a volte deliziare. Tanti giocatori che partecipano alla manovra e che vanno a concludere, Geometrie e tocchi di prima quasi a memoria. Invenzioni atte a valorizzare non solo le capacità dei singoli ma anche il gioco d’insieme. Il calcio si può vedere anche in tv, ma allo stadio è un altro sport. Non solo per il clima ma anche per i movimenti senza palla, per lo schieramento, per le distanze. Questo Cagliari merita di essere visto dai suoi tifosi. I tifosi meritano di vedere il Cagliari dal vivo. Due trasferte vere, Milan e Fiorentina, intervallate da un riposo in campionato e poi la Sampdoria. Una scadenza diventata ossessiva. Firmata la convenzione, avute le chiavi, sono stati avviati i lavori. Cellino promette che ce la farà. “Ho costruito in due mesi Is Arenas, vuole che non riesca a rimettere a posto il Sant’Elia in un mese?”. Operazione che significa risparmiare. Tra mancati incassi e spese di trasferta ogni gara a Trieste non costa meno di 250.000 euro. Ogni partita che si evita a Trieste può essere investita per rimettere in sesto il vecchio stadio cagliaritano. Sarà ancora una matrioska ma si tenterà di nascondere quanto c’è dietro. Il modello Is Arenas sarà trapiantato al Sant’Elia. Ci saranno i formaggini a chiudere gli spazi. Ci saranno dei teloni pubblicitari a nascondere le vecchie tribune. Si pensa ad una doppia main stand, due tribune una di fronte all’altra sul modello montato a Quartu. Il Cagliari vuole risplendere insieme ai suoi tifosi. La vittoria sull’Atalanta è a sua volta un investimento. Se poi si riuscisse a portare via punti dagli ostici campi di Milan e Fiorentina, la fame crescerebbe ancora. E il pancino è stanco di rimanere vuoto.