[youtube]https://youtu.be/VtyB0UvsvXc[/youtube]Povero Robin Hood, tradito e dimenticato. La sua filosofia spicciola non è solo un romanzo fantasioso e filo comunista. Rappresentava anche un sistema economico efficace che oggi si chiama “ridistribuzione del reddito”. Che però non piace ai nuovi sceriffi che hanno imparato ad unirsi e combattere qualsiasi forma di equità. Ho scelto appositamente “equità” perchè con una sola sillaba a seguire si vorrebbe dare nome ad un sistema di “recupero crediti” che di fatto somiglia ad una truffa. Raggiro di incapaci, intendendo il termine “capacità” come la concreta possibilità di agire. Non si possono definire “capaci” coloro che non hanno un lavoro o che gli viene tolto. E’ facile rendere “incapace”  di onorare un debito qualsiasi lavoratore italiano. Nessuno gli riconosce la possibilità di essere una vittima del sistema che della speculazione ne ha fatto un’arte. Dà ai poveri per poi togliere loro anche quel poco che hanno costruito con immensi sacrifici. Del tutto insensibile al minimo sociale, alla quota sopravvivenza. Temi che sfuggono alla politica perchè la politica non è al servizio della polis, ma della nuova aristocrazia. Eppure basterebbe l’acqua calda per ridistribuire il reddito: indurre i ricchi a diventare tali con il lavoro e non con la speculazione. Lavoro loro e lavoro degli altri in una catena economica che non è meno naturale di quella alimentare. Lo dimostra il fatto che solo l’uomo è capace di creare “disoccupazione”. Così come è capace di uccidere, in mille forme diverse, i suoi simili. Nel totale disprezzo. Togliere ancora ai poveri per non intaccare il ruolo dei ricchi. Arco e frecce, perchè nella nostra foresta, noi Robin Hood riprendiamo a ridistribuire il reddito. Legando il guadagno, concetto liberale, al reale privilegio di una strategia lavorativa e non di una truffaldina forma di speculazione