E’ un ragionamento di marca pirandelliana ma nel gioco delle parti al tifoso  è permesso di essere più libero di un giornalista. Non vuole essere una difesa ad oltranza della categoria che, purtroppo, non sfugge alle stesse dinamiche del resto della società, dove il servilismo interessato impazza. I cortigiani esistono ma è necessario capire che certe licenze che nei forum si concedono i tifosi ai giornalisti non sono permesse. Se facessi un copia e incolla di certi commenti e li trasformassi in mie affermazioni arriverei alla rovina finanziaria in poco tempo (considerato che non ho neanche un centesimo degli ingaggi di Sgarbi). L’indicativo mi è permesso solo quando ho le prove di ciò che dico. Prove indiscutibili che non inducano la controparte a fare querela. Perchè se la querela parte le spese, anche in caso di assoluzione, rimangono.  E allora è preferibile utilizzare la giusta tecnica (condizionale e dubbio strategico) per raccontare anche le certezze. Certezze che derivano da confidenze che non potranno mai diventare testimonianze, sempre in onore del gioco delle parti. E’ una scala di libertà. I tifosi sono i più liberi di esprimere il loro “j’accuse” perchè difficilmente per loro può scattare la querela, sparsi nei milioni di forum. Poi ci sono i giornalisti che almeno con il condizionale e il punto di domanda pongono dubbi perchè non possono dichiarare verità senza prove. Infine arrivano gli addetti ai lavori, calciatori, allenatori e dirigenti che sanno che alla prima accusa rischiano di essere fatti fuori dal sistema. Pertanto, cercate di capire e differenziare: ciascuno nel proprio ruolo può dire la sua verità, ma non tutti allo stesso modo.