
STADIO, VERGOGNA E IDENTITÀ
- Settembre 26, 2013
- 25
Dal 21 settembre al 29. Da settembre ad ottobre. La paranza è una danza che si balla in latitanza e chi frigge non è solo il tifoso del calcio. È l’immagine di una terra allo sbando che non ha amministratori capaci di guidare il carretto. In balie di onde di burocrazia. In un mare dove le correnti sono spesso di carattere politico. Non è il Cagliari che non ha uno stadio, è una terra che non ha cervello, che sputa da una parte e raccatta dall’altra. Sputa sulla logica soluzione che aveva sottomano (Is Arenas) e raccatta l’idea del Sant’Elia senza riuscire a farne una delle tante bidonville che ospitano calcio in Italia. Perchè la reggia si permette di farla costruire adattando le regole al primo straniero che passa. E il restauro dello stadio da rottamare si concede tempi biblici, per le solite lungaggini, esasperate da presunti dispetti e antipatie. Di fatto, si va dal 21 al 29, da settembre ad ottobre, fino alle calende greche. Con un unico risultato: non c’è lo stadio, i Sardi veri provano vergogna, la loro identità è resa ridicola agli occhi del superficiale osservatore esterno. Danni su danni che non sono solo per il tifoso del calcio. Sono danni per l’Isola. Danni che nessuno paga e di cui pochi si preoccupano. Se non il tempo di strappare con l’inganno un voto. Semprechè ai Sardi non cresca la memoria. Solo allora i venditori di fumo e gli assassini di sogni avranno ciò che meritano. Un posto nell’enciclopeda del peggio.
stardust
Stavolta mi sento di dissentire. La convenzione è stata firmata appena un mese fa, e il Comune sta portando avanti i lavori a norma di legge.
Nessuno in Comune ha mai fatto proclami, salvo “augurarsi” che il Cagliari potesse rientrare a casa sua a settembre.
E’ stato il presidente Cellino, incautamente, ad annunciare il ritorno durante la partita con la Sampdoria.
Io dico, non abbiamo fretta. Che di altri casi Is Arenas non ne abbiamo bisogno. Rispettiamo tutte le norme e i tempi necessari. Un mese più/ un mese meno (cioè due partite) non fa gran differenza, se il risultato sarà di poter tornare a casa e progettare finalmente la nuovo stadio.
giorgio
a me sinceramente suonava strano che non venisse fuori ancora una volta il nome del presidente Cellino, ma come per incanto, lei dissente e lo riporta in ballo,
come scrive Vittorio Sanna, e’ una vergogna per l’intera Sardegna non avere uno stadio, lasci perdere i tifosi certamente delusi per quanto accaduto e sta accadendo.
ma la Sardegna sta subendo anche a livello politico sia di destra di sinistra di centro,ec ec ec un declassamento pauroso, a mio personalissimo parere quanto accaduto e solo una questione personale tra politici e il presidente Cellino, e se ,tra voi politici e il presidente Cellino vi e’ dell’astio , vecchie ruggini, deve pagare tutto il popolo Sardo ? il popolo sardo sta pagando un prezzo molto alto , ma noi Sardi quelli veri , non dimentichiamo , abbiamo buona memoria, e non vedono l’ora che si vada a votare per far capire a chi ci governa , che chi ci ha governato sino a oggi non ci e’ piaciuto neanche neanche un poco ,
Vittorio Sanna
Dissento in parte anche io 🙂 : il Comune i lavori, a ieri, non li aveva ancora iniziati: non li stava portando avanti. È su questi tempi compassati, sulla mancata condivisione del carattere d’urgenza, che colgo un atteggiamento poco collaborativo. Anche le cadenze delle riunioni non mi pare stiano tenendo conto di questa “urgenza” che non è SOLO di Cellino ma anche di una Sardegna che all’esterno sente ripetutamente la parola “assurdo” e “vergogna”, quando non si tratta di ilarità…E sono il primo interlocutore al quale vengono posti questi quesiti.
giovanni
Bella risposta precisa ed infarcita di sano burocratese e politichese, sani principi e belle intenzioni, non so chi lei sia ma penso che sia un politico o un politicante. Se qualcuno si ricordasse da dove veniamo e chi siamo , dopo aver cacciato i Piemontesi sarebbe ora che cacciassimo a dorso d’asino tutte quelle persone che anzichè fare i nostri interessi di cittadini e tifosi , fanno solo ed esclusivamente i loro porci comodi.
Andrea Atzori
l’educazione ricevuta mi impone di non usare termini impropri, anche se ,a persone che la pensano come te, le imprecazioni si sprecherebbero… continua a pensarla cosi che VA BENE.
Simone
Bravo Vittorio, come al solito con molta eleganza hai fotografato la realtà. Cellino ha detto una cosa importante, che si tratta di aprire uno stadio in deroga, niente di più, allora dico io visto che le cose vanno fatte a norma di legge, chiudiamo l’80% degli stadi di serie A, oppure noi sardi apparteniamo ad altre leggi?
Senza nessuna offesa per i Livornesi che stimo, ma lo stadio di ieri era forse messo meglio del Sant’Elia attuale?
Per i politici il problema stadio e un non problema o forse un andar contro qualcuno, ma non capiscono che il dispetto lo si fa a tanta gente che già passa settimane pesanti e ora non ha più nemmeno la gioia di vedere il suo Cagliari e trovare un po’ di felicità e di spensieratezza.
Riccardo
Leggo alcuni commenti e vi resto innanzi basito.
Qualcuno che dice una o 2 partite in piu’non fanno differenza….il comune sta lavorando nella giusta maniera rispettando le norme….
Amico mio il problema non sono le 2 partite in piu’o in meno,anche perche’credo che ciascuno di noi metterebbe la firma affinche’fossero davvero 2 partite solamente…..
Il disgusto da parte di tutti noi tifosi e cittadini e’dovuto a tutto l’evolversi della vicenda stadio da 2 anni a questa parte.
Il disgusto e’rivolto verso una classe politica inefficace,inutile e disastrosa che come ormai di costume in Italia preferisce anteporre interessi personali e di pochi ad un interesse ed un bene comune.
La stessa classe politica che ha fatto si che la Sardegna sia ai margini in ogni settore produttivo sociale e lavorativo,nonostante un potenziale da primi della classe.
Il disgusto e’rivolto verso questi politicanti ….gli stessi delle vicende ” chioschetti”,gli stessi che tagliano le ali a qualsiasi tipo di iniziativa nascondendosi dietro la burocrazia.
Gli stessi che fanno si che la citta’ di Cagliari invece di andare avanti…torni indietro….sotto ogni punto di vista.
Disgusto immenso …..peggio non si puo’fare …quindi vergogna e stop.!
Giovanni Demurtas
Ufficialmente i lavori sono iniziati mercoledì, quando il Servizio Lavori pubblici ha assegnato la gara d’appalto all’impresa Eredi Angelo Manca. In realtà, per una coincidenza, la ditta aveva cominciato a lavorare al Sant’Elia circa dieci giorni fa: gli operai sono gli stessi che si occupano della manutenzione degli impianti sportivi comunali. «Un colpo di fortuna», come l’ha definito il dirigente Mario Mossa rispondendo alle domande dei consiglieri comunali durante il sopralluogo di ieri. Un dettaglio che ha consentito di ridurre un po’ i tempi. Come un altro piccolo miracolo: il Durc, il documento che certifica la regolarità dei contributi dei dipendenti e che deve essere rilasciato da Inps, Inail e Casse edili, è arrivato nel giro di ventiquattro ore. Un vero miracolo, per chi conosce i tempi della burocrazia in questo settore.
E così anche il cantiere di competenza del Municipio entra nel vivo: l’appalto (le offerte sono state in tutto dodici) è stato assegnato con un ribasso del 31 per cento e questo consentirà a Palazzo Bacaredda di avere a disposizione circa altri 100mila euro.
PaoloRoccotelli
Da quello che sento mi sembra che stiamo entrando nuovamente nella ormai già vissuta parte della parabola, quella calante (vedi is arenas), in cui piano piano ma inesorabilmente ci stiamo rendendo conto che qualcuno è già entrato nel nostro retrobottega e ci rimarrà per molto tempo a fare……..siamo in piena burocrazia e senza buona volontà da parte delle istituzioni sarà durissima tornare a casa………non viviamo mica a Torino dove il Comune nell’arco di dieci quindici anni ha costruito e rifatto tre stadi a spese della comunità…..noi siamo cittadini di serie Z in una nazione di serie Z rappresentati da personaggi di serie Z……..tutto torna……
Stardust
Per chi mi ha definito un politico…mi spiace, non lo sono. Sono un semplice ragazzo sardo, laureato, abbonato al Cagliari da quando avevo 10 anni, che da qualche mese, come tanti, è dovuto emigrare nel nord Italia per cercare lavoro.
Quindi so bene i problemi della Sardegna perché li vivo sulla mia pelle. Ogni giorno che passo fuori dalla mia terra.
Che il Cagliari abbia bisogno di uno stadio siamo tutti d’accordo. Che la situazione sia insostenibile per i tifosi altrettanto.
Detto ciò, se devo analizzare i fatti, vedo un presidente che ha forzato la mano, due anni fa, scappando a Trieste e penalizzando i tifosi, nonostante il S.Elia fosse agibile. Agibile non vuol dire che non ci fossero problemi, anzi, ma molti di quegli stessi problemi gravano sulle responsabilità che il presidente Cellino non si è voluto assumere nel tempo, rinunciando ad assolvere ai suoi obblighi di manutenere lo stadio (come lo obbligava a fare la vecchia convenzione).
Poi si è tornati in Sardegna, a Quartu, mettendo su uno stadio in quattro e quattr’otto, per tirar su il quale si sono violate leggi e normative pur di fare più in fretta possibile. Risultato? Stadio chiuso.
Finalmente, un mese fa, ci si rende conto che il ritorno al S.Elia è l’unica via sensata e percorribile, in attesa che si pongano le basi per uno stadio nuovo, stavolta definitivo.. Si firma una convenzione, si comincia a fare tutto a norma di legge, perché, giustamente, non si vuole rischiare nulla come appena successo.
Cellino cosa fa? Ci ricasca, comincia a divulgare notizie su apertura dello stadio a settembre, creando false aspettative sui tifosi che, giustamente, si scatenano non appena ci si rende conto che i tempi da lui promessi non potevano essere rispettati.
Ma chi ha mai parlato di settembre? L’amministrazione comunale no di certo (si sono solo “auspicati” tempi brevi).
L’unica certezza qual è? che c’è l’obbligo per la ditta vincitrice dell’appalto di terminare i lavori entro 60 giorni dal via dei lavori. Il che significa che entro ottobre/novembre lo stadio riaprirà.
In tutta questa storia chi c’è di mezzo? Cellino, Zedda, Contini… tutti quanti sardi, solo sardi, nessun “continentale”…. ma sarà forse che allora la colpa è anche nostra? che non siamo così bravi come pensiamo?
noi sardi… forse non siamo poi tanto diversi da quei “continentali” che tanto critichiamo e additiamo spesso come il nemico che ci schiaccia e che ci impedisce di sviluppare la nostra economia e renderla più florida… perché forse anche noi sfruttiamo il favorino se ne abbiamo l’occasione… approfittiamo dell’ “accozzo” per ottenere un posto… parcheggiamo in doppia fila… non chiediamo lo scontrino….
piccoli gesti di cui non sentiamo più il peso della responsabilità… perché sono entrati ormai nel quotidiano… ma sommati due, dieci, mille, un milione e mezzo di volte, per quanti siamo, ci hanno costretto a trovarci nella situazione in cui siamo… senza lavoro, costretti a emigrare, e a trovare capri espiatori per colpe che… forse…. sono anche e soprattutto nostre.
Vittorio Sanna
Non sarai un politico di mestiere ma di certo sei un garantista della politica… Sei disposto a giurare sul lavoro svolto da Comune di Cagliari, sui tempi e sui modi…Un ottimista della politica in un Paese allo sfascio in cui, a sentire te, la politica è poco responsabile perché si prende i giusti tempi e modi… Tutta la politica o solo una parte della politica? Tutta la politica o solo la politica della parte a cui ti senti vicino?
Stardust
Sono un garantista della politica in senso letterale, cioè intesa come interesse per tutto ciò che è “cosa comune”, che non vuol dire essere garantista dei politici. E non giuro sul lavoro di nessuno… semplicemente invito ognuno a prendersi le proprie responsabilità, piccole o grandi che siano. Dall’ultimo dei cittadini fino al presidente della regione. Perché siamo tutti responsabili della situazione in cui viviamo, nessuno escluso.
é troppo facile scaricare sempre sugli altri tutte le responsabilità… non sento mai dire nessuno che le colpe sono anche nostre, che per anni abbiamo approfittato del malcostume e ci siamo serviti degli stessi mezzucci che oggi critichiamo, come se ci fossero imposti da un qualcosa di esterno e fossero a noi sconosciuti.
Ci si lamenta, giustamente, con lo Stato perché ci hanno tolto i Canadair… ma non ci si lamenta mai contro i nostri stessi conterranei che appiccano gli incendi… perché?
Perché siamo talmente abituati al malcostume che per una volta che la politica rispetta le regole, con i tempi che ne conseguono per legge, si arriva al paradosso di gridare allo scandalo e al complotto… perché non siamo ormai abituati.
Vittorio Sanna
Tutti colpevoli, nessun colpevole. È una bella strategia. Però dici anche qualche bugia perché sei certo che “per una volta che la politica rispetta le regole, con i tempi che ne conseguono per legge…” Tutti colpevoli ma non è colpevole il Comune di Cagliari… Non riesco a credere al tuo giudizio incondizionato perché se è vero che tutti devono prendersi le proprie responsabilità non capisco com’è che c’è chi responsabilità non ne ha…Che mi dici dell’avvocato che invece che accettare l’arbitrato un anno e mezzo fa tra Cagliari Calcio e Comune ha preferito andare avanti fino alla sentenza di un anno dopo? Non vorrai lasciarmi nel dubbio che nel primo caso avrebbe guadagnato molto meno del secondo, visto come funzionano le percentuali…E non vorrai che io pensi che per quelle decine di migliaia di euro si sia prolungato un esodo e rimasta irrisolta la questione? Visto che tu hai tutto in mano per essere pesato, che peso dai a questa faccenda, capitata PRIMA dell’idea Is Arenas? Io di certo non ho responsabilità in questa faccenda… Sai tutto per poter giudicare o sai solo quello che ti fa piacere sapere (e allora non puoi giudicare)?
Vittorio Sanna
Altra domanda: come fai di nome e cognome? È giusto che anche tu ti assuma le tue responsabilità. Non credi?
Pietro.
Intervento che condivido in toto.
Pietro.
Articolo che ancora una volta mi delude profondamente.
E’ inutile Signor Sanna, quando si tratta di calcio e di stadio lei perde completamente il controllo e ragiona col cuore e col fegato anzichè col cervello. Scusi la franchezza.
Mai come questa volta la politica e la burocrazia sta facendo il suo permettendo al cagliari di riavere una casa in nemmeno 3 mesi dopo che lo stadio è stato abbandonato per oltre 1 anno. Ma cosa si pretende? Cosa?
Ma le figuracce e le angosce quartesi non hanno insegnato nulla?
Ci sono dipendenti del comune che hanno rinunciato a ferie pur dia ccellerare il più possibile. E invece che smettere di gridare alla luna e ragionare li si offende nella loro professionalità dandogli praticamente dei fanfaroni che vanno a simpatia.
Tempi biblici? Sono veramente amareggiato. Ste robe si possono leggere in un blog di supertifosi che non sanno di cosa parlano non in un giornalista esperto come lei.
Ma il tifo in questi casi purtroppo prende il sopravvento.
Peccato.
Vittorio Sanna
Io credo che sarebbe bene non fermarsi alla superficialità delle cose. Ciò che stavolta ho scritto tiene conto di alcuni dettagli che è bene conoscere: quali procedure poteva attuare il Comune per AFFIDARE i lavori e non APPALTARE? (i due termini prevedono tempi diversi e dalla scelta ne deriva una maggiore o minore celerità); per ristrutturare due parti di una struttura comunale (spogliatoi e tribuna stampa) era necessario aspettare l’approvazione del progetto da parte degli Enti che sono chiamati ad autorizzare partite di Serie A o si potevano ristrutturare anche per mantenere il valore della struttura indipendentemente dalla sua destinazione? (le opere che permetteranno di tornare al Sant’Elia saranno soprattutto i tunnel per la messa in sicurezza); siamo sicuri che volendo non si potessero trovare stranezze in una gara d’appalto che viene poi vinta dalla Ditta che stava già lavorando al Sant’Elia?
Signor Pietro io sono anche tifoso ma in questo caso faccio il giornalista e non il sostenitore nè di una squadra nè di una parte politica e pensare che tempi lunghi equivalga a cose fatte bene è alquanto banale e superficiale. Ultimo concetto, per evitare malintesi: tutti sappiamo che gli attuali lavori saranno utili a riportare il Sant’Elia al livello in cui era stato lasciato nel marzo del 2012 e quindi una spesa atta a rimediare all’abbandono degli ultimi diciotto mesi e questo TUTTI lo potranno costatare appena il Cagliari ci tornerà a giocare….non ci sarà nessun recupero dei danni precedenti ai quali, si spera, verrà permesso di porre rimedio con le fasi successive
Pietro.
Posso segnalarle questo articolo?
http://www.sardegnasport.com/?p=9624
Ecco, questi concetti li trovo di una saggezza infinita.
Vittorio Sanna
E allora leggi solo quel che ti piace…Non mi pare che tu sia disposto a discutere ma solo a cercare conforto ad un’idea immobile ed immutabile… Se permetti credo di avere qualche informazione in più di chi vive la cosa solo “esternamente”… Ne trovi decine e decine di articoli che danno sostegno ad una tesi fondata su una passione esclusivamente politica e non su una concreta analisi e comparazione della situazione che si è creata.
giovanni
Devo ammettere che la frase ‘Ci sono dipendenti del comune che hanno rinunciato a ferie pur di accellerare il più possibile’ mi ha fatto talmente ridere che mi ha messo di buonumore nonstante la vicenda penosa dello stadio del cagliari. io mi chiedo invece come mai quelli dell ufficio tecnico del comune di trieste hanno gestito uno stadio pur non avendo una squadra. forse non hanno mai preso ferie in vita loro
Gaspare
Caro Vittorio è da quando è stata data la notizia del ritorno al sant’Elia che sono entrato in lutto.
Preferire il vecchio al nuovo per capricci e antipatie, dimostra quanto del Cagliari in sardegna ma sopratutto nella sua capitale non gliene freghi niente a nessuno.
Tra tutto quello che ci tocca vivere in sardegna a me sembra l’ennesima presa in giro.
La cosa più ridicola è che probabilmente il nuovo sant’Elia otterrà i permessi e l’agibilità nonostante sia un rudere mentre un impianto moderno seppur provvisorio è stato ostacolato da tutto e tutti.
Mi dispiace dirlo ma il sant’Elia sfitto stava troppo scomodo a tutti e pur di non lasciarlo in quello stato si è preferito penalizzare un comune intero, se vogliamo rimanere legati alle vicende della Città di Quartu, una società e infine una squadra simbolo di un isola.
Fa rabbia pensare che preferiamo rubarci le briciole tra di noi piuttosto che mangiare un panino tutti insieme. A volte stoicamente accetto questa stramba mentalità dei sardi ma non riesco a spiegarmela.
Però se non è troppo invadente concedimi una domanda:
Perché i media locali (a quelli italigani non gliene può fregar di meno) continuano a decantare questo ritorno al sant’Elia come una gran cosa mentre è evidente che sia un fran passo indietro di quasi 10 anni…quando si iniziò lo stadio matriosca che è stato una vergogna e continuerà ad esserlo chissà ancora per quanto?
walter
Quoto gli interventi di Sturdust e di Pietro. Sig. Sanna le do il merito di essere tra i pochi che scrivono sulla vicenda dello stadio e di discuterne con i lettori. In questa vicenda appunto tutti gli attori hanno recitato male la loro parte e chi ci ha perso prima di tutto è il cittadino che è stato come sempre disinformato e al quale è stata tolta la possibilità di entrare in uno stadio come si deve per assistere alle partite del “suo” Cagliari. Tanto ci sarebbe da puntualizzare su ciò che è stato ma non voglio annoiare. La cosa importante è lavorare per tornare in questa stagione al Sant’Elia e che questo stadio sia in un futuro prossimo demolito(per costruirne uno nuovo) o ristrutturato. Ho scritto senza polemica ma con totale spirito costruttivo
PaoloRoccotelli
Tra un po’ o tra molto ci sarà la dimostrazione di quello che noi tifosi siamo cercando di spiegare a voi tifosi politici…….entreremo in uno stadio vecchio pericolante e pericoloso ma, assurdita’ della legge, regolare, mentre quello nuovo fumante sicuro era “non conforme” ……….qualunque mega pippa ci mollate la realtà dice da che parte e’ la ragione e dove dovrebbe essere la ragionevolezza……voi continuate a tifare i vostri politici e il mondo continuerà a roteare male domani come oggi……
walter
Mi considero un tifoso/cittadino con idee politiche e le norme e le leggi (anche se non piacciono perchè astruse, bizzantine e non sempre applicate) possono solo essere rispettate o possono essere cambiate democraticamente. Per me lo stadio alla fine poteva essere anche quello di Is Arenas. Continuando a ragionare in termini di “mega pippe” come lei definisce certe argomentazioni, si raggiunge solamente lo scopo di polemizzare inutilmente tra tifosi facendo sempre il gioco di chi gestisce il problema stadio. Ripeto che, vista probabilmente l’impossibilità di avere con sicurezza a disposizione lo stadio di Is Arenas, per questa stagione è stato logico puntare sul S. Elia, sul quale bisognerà poi decidere in tempi brevi che venga ristrutturato o demolito e rifatto . Lo stadio oggi non è ne pericolante ne pericoloso ma mostra i chiari segni di un opera che non è stata adeguatamente manutenzionata nel tempo.
Pietro.
Bè…pare che chi remava contro si sia fatto un mazzo così per permettere l’apertura col Catania.
Pare sia ufficiale secondo alcune fonti.
Io mi permetto allora di ringraziare chi ha fatto di tutto perchè il Cagliari tornasse a giocare nel suo stadio e nella sua Città dopo 2 anni di follie.
Forza Cagliari con ancora più gusto oggi.