Il buio ora mi fa paura
lo sento arrivare più spesso
a rubare il resto della vita
che ha iniziato la discesa.
Abbasso le palpebre senza dormire
non voglio perdere niente
trovando riposo, quanto basta,
dietro la tenda della sera.
E poi spalanco bramoso
per far tornare la luce
vedo i vetri sporchi,
sofferenze di uomini in bilico
portano i massi della piramide.
Lassù siedono boriosi i carnefici,
giacca e cravatta d’ordinanza,
volto severo di facciata
sanguisughe della società sfiancata.
Riabbasso le palpebre
per coprire il cuore che langue
come latrato di cane
che sente la morte arrivare.
Non so quanti passi,
non so quanti giorni,
non so contare i respiri
ma sento gli affanni.
Appannano i vetri sporchi
di una vecchia finestra
dove gli occhi sono le tende
che non vorrei chiudere più.
Ma devo,
per non uccidere il cuore
prima di sentirmi morire.

Vittorio Sanna