
SARDISTA O LEGHISTA?
- Febbraio 25, 2019
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Se si fosse presentato come Sardista, Christian Solinas non avrebbe mai vinto. Troppo complicato capire certi discorsi legati ai malesseri della Sardegna, per quanto mali atavici. Si è presentato con la faccia più Leghista possibile, quella di Matteo Salvini. Per vincere. Perché i Sardi sono più sensibili ai luoghi comuni del leader padano di quanto lo siano alle concrete esigenze della Sardegna. Tesi e antitesi. Dall’altra parte, per vincere, guai aspettarsi un discorso profondo sulle questioni sarde. Più facile tentare l’antitesi del “contro Salvini”. L’Ignoranza al centro delle elezioni. Con l’ignoranza si prendono i voti per andare a governare, contando purtroppo su un elettorato sensibile ai luoghi comuni pro e contro. Poi c’è da governare. Solinas potrebbe rivelarsi un genio se avesse sfruttato Salvini e la propaganda leghista per amministrare da Sardista e affrontare i bisogni della Sardegna. Il problema è l’altro grande luogo comune che in Italia più volte è stato dimostrato sia vuoto di significati: il centro/destra e il centro/sinistra. Cosa sono se non pasto per fessi che ancora credono alle filosofie di lateralizzazione? Esiste piuttosto l’interesse d’èlite contrapposto alla sopravvivenza della gran parte di poveracci, numeri del sistema. I privilegiati contro gli sfruttati. Altro che destra e sinistra. Verrò tacciato di qualunquismo. Soprattutto da chi non accetta di essere l’allocco che crede alle storielle del despota di turno. Ma qui siamo in Sardegna. Cristian Solinas dovrebbe essere un Sardista. Aspettarsi che governi da sardista è l’ultima speranza per chi vorrebbe il Sardo scaltro e capace di trovare una soluzione all’ignoranza dilagante e ai numeri sottosviluppati. Da Sardista, continuità territoriale, regime fiscale agevolato, collegamenti interni, rilancio dell’economia sostenibile. Temi che potrebbero far comodo anche a Salvini e al suo primordiale concetto di Padania libera e indipendente. Temi che finora hanno trovato insensibilità e opposizione sia nel centrodestra che nel centrosinistra, per una questione di sardi sudditi e non sardi sovrani. L’ultima speranza in un panorama desolatamente sconfortante. Anche se democraticamente espresso.