Due vittorie all’Olimpico contro la Roma, una in campionato contro la Juventus, punti a Firenze, epiche gare contro il Napoli. Negli ultimi sette anni di radiocronache (il secondo blocco di esperienze dopo il 1993/1999) il Cagliari mi ha regalato l’occasione per vivere in diretta e integralmente tappe storiche dei colori rossoblù. I file di memoria sono carichi anche se la loro capacità non è affatto giunta alla fine. Il calcio di oggi è fatto di interessi economici che talvolta mettono in secondo piano le passioni. Quelle forti che abbiamo vissuto insieme invecchieranno come il vino. Il palmares è ricco di soddisfazioni, in molti casi, inedite. Mai un radiocronista di private aveva vissuto le esperienze sopra accennate. Sono orgoglioso di essere io. Appagato di quello che è stato. Senza invidia alcuna. Senza veleni o accuse. Ognuno fa il suo lavoro, nel suo tempo e nei suoi modi. Può piacere o non piacere, ma questo è comunque stato. Quello che verrà lo aspettiamo. Sapremo affrontare la carestia o lo sfarzo, Sapremo comunque esserci a modo nostro. Sempre presenti. Sarà poi il tempo il giudice di tutto. A tracciare i confini tra un’epoca e un’altra. Ciascuno si prenderà la sua. Ognuno avrà i suoi ricordi, i suoi onori, le sue amarezze. Sempre a testa alta e con onore. Perché quando il pallone si sgonfia, anche per un cronista, rimane sempre e solo l’uomo.