Calcio, soldi, sogni e bandiere. Sono passati tre anni dal Caso Marchetti, simbolo degli equivoci del mondo del pallone. Mi riesce difficile trovare colpe. Più facile scorgere tipiche contraddizioni. Alla base del calcio industriale ci sono i tifosi. Sono loro che fanno fare i soldi. È la loro fedeltà e passioni che permette di accumulare denari che vengo veicolati da abbonamenti tv, visibilità e conseguentemente sponsor. Guadagni grossi. La fedeltà e la passione che fanno fare i soldi. Difficile spiegare a chi fa immensi sacrifici per avere i soldi per alimentare la propria fedeltà e la propria passione che i protagonisti del calcio non hanno gli stessi riferimenti di base. Le aziende calcistiche per prime che devono far quadrare i bilanci. Per loro contano entrate e uscite. C’è anche la passione ma è al livello secondario, non viene prima dei bilanci. Pertanto talvolta sono costretti ad indurre il proprio patrimonio, i calciatori, a non essere fedeli, a considerarsi merce di scambio per la buona causa dell’azienda. Uno degli elementi che distrae il calciatore dal legame prioritario con la fedeltà. Sa che è merce di scambio e dà a se stesso un valore di mercato. La fedeltà è una scelta personale che però può non essere rispettata e condivisa e capita che gli venga imposto di essere ceduto o non gli venga rinnovato il contratto. C’è poi un altro elemento basilare per il calciatore, il sogno di stare nella scena madre, di vincere il massimo trofeo, di arrivare all’apice della scena. La fedeltà che può essere tradita e quindi professionalmente fallimentare, il sogno e il guadagno per garantirsi il dopo calcio. Marchetti era amato dai tifosi, la Società voleva utilizzarlo per venderlo(aveva già puntato su Agazzi), ha avuto il torto di esprimere il sogno di raggiungere una delle scene massime. Aveva perso valore durante il mondiale, Agazzi era promesso titolare del Cagliari ed è bastato poco per ferire ad arte i tifosi mettendola sul mercenario e sull’infedeltà. Marchetti non è meno fedele di tanti altri che si troveranno nella stessa situazione ma non saranno vittime della medesima strumentalizzazione. Personalmente devo dire che si è mostrato molto più educato e rionoscente di tanti altri partiti per altri lidi. Cordiale e educato. Poi ci sono e eccezioni che come i tifosi scelgono la fedeltà e la passione come i tifosi. Ci aggiungono la qualità della vita cagliaritana e la famiglia: Lopez, Abeijon, Conti, Cossu, Agostini. Ma come è facile dedurre non a tutti è permesso di essere allineati ai tifosi. Chiedete ad Abe e Ago perchè non sono rimasti. O a Muzzi perchè è stato ceduto.