
Nessuno è cogli 1
- Agosto 25, 2011
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Mi vien da piangere al pensiero delle manganellate prese da chi ha manifestato negli anni e nei luoghi del mondo per rivendicare i diritti del lavoratore. Mi vien da piangere perchè il Sindacato (grande antica conquista) è diventato in molti casi una tappa, un percorso alternativo per arrivare al profitto. Mi vengono in mente i tanti sindacalisti che sono diventato ministri. Tradendo le antiche lotte e dimostrando con i fatti che la carriera viene prima di tutto. Le categorie con interessi collettivi esistono. Meglio: esistono gli interessi collettivi aldilà delle categorie. Interessi riassunti dai principi di una Costituzione che ormai è una sorta di codice delle fiabe. Basterebbe tener conto dei diritti del cittadino e farli rispettare per non avere diritti collettivi da rivendicare. Le categorie purtroppo invece esprimono interessi spesso in conflitto. Parlo di ciò che conosco. Nella scuola esistono i pensionati baby, poco più anziani di me. Hanno iniziato dieci anni prima e hanno avuto la pensione con 25 anni d’anticipo rispetto a quella che avrò. Nel giornalismo all’interno delle stesse redazioni ci sono redditi che sono sproporzionati. Articoli pagati migliaia di euro e pubblicisti che continuano ad avere 5 euro a pezzo. Interessi contrastanti con rappresentanze che spesso usano lo scudo sociale per nascondere interessi elitari. Il calcio? Quando si tratta del gioco vivo una passione irrefrenabile. Quando si parla di industria mi si attorcigliano le budella. Sacri i diritti dei lavoratori (anti-mobbing, rispetto dei generi, assistenza medico-sanitaria, etc.). Ma alla fine gli scioperi rientrano o si fanno a seconda degli accordi delle alte sfere. Ho visto barattare i posti docenti, ho visto tagliati gli stipendi o i posti dei collaboratori, sto vedendo rientrare o quasi lo sciopero dei calciatori con i 20 milioni da destinare a fondo per la tassa solidarietà. Un giorno mi piacerebbe dire che nessuno è cogli1. Quel giorno non ci sarà un Eto’o coraggioso nel sostenere Moratti dio in terra. Non ci sarà un idiota che allena il Real Madrid. Non ci saranno elezioni vinte sulla base di un risultato calcistico. Sono un cogli1 perchè credo ancora alle fiabe e alla Costituzione. Basterebbe quella senza sindacati
Emanuele
…la categoria da te enunciata è molto numerosa, ma ahimè nei fatti minoritaria.
Mi vien da pensare che l’ italiano, stereotipo, si sia mutato in una sottospecie del genere umano, che per gestire il proprio presente, e molto spesso futuro, continua a scegliere persone che fanno l’opposto di ciò che avrebbero dovuto fare, o promesso di fare, e nonostante ciò continua a rinnovargli fiducia, ogni qualsiasi volta la chieda.
Nel mondo reale capitalistico liberale, non necessariamente ideale, le società falliscono se non seguono le regole e i lavoratori (tutti) pagano le tasse per avere servizi. Nel mondo italico del dio pallone invece esiste la norma spalmadebiti, si truccano le partite ed ora arriva pure il fondo per il contributo di solidarietà.
Speriamo chiudano i confini e le vie di comunicazione prima che il contagio esca dal territorio nazionale.
Alex
Tra l’altro quello dei calciatori sarebbe pure improprio definirlo sciopero, come invece fanno tutti, dato che si tratta di uno slittamento e non di annullamento della prima giornata.
Ma si sà, definirlo così fa più “audience”…e se non lo si definisce sciopero allora la gente rischia di non indignarsi…e i giornali vendono meno…le tv non fanno ascolto ecc…ecc…
Alex
comunque, giusto per puntualizzare, il succitato fondo di 20 milioni per la tassa di solidarietà è stato richiesto dalle società e non dai calciatori, come peraltro riferito da gazzetta.it: “Dopo averne parlato col presidente del Coni Petrucci e il sottosegretario allo sport Crimi, in consiglio federale ho dato la disponibilità della Figc a concedere alla Lega un fondo fino a 20 milioni di euro nel triennio 2011-13 da utilizzare nel momento in cui emergano contenziosi sul contributo di solidarietà che certifichino un maggior onere a carico della società. Ora aspettiamo la risposta della Lega”. Questo chiarisce ancora di più come i calciatori non minaccino lo slittamento per la tassa. Ma sono le società che, non paghe di esercitare le consuete soverchierie sui loro dipendenti, pretendono pure che gli vengano dati dei soldi per evitare di versare di tasca propria i contributi. Questi sono i padroni del calcio.
Pierpaolo
Complimenti per l’articolo Vittorio.
Non si puo’ non condividere l’ultimo pensiero. Favoloso!