
L’ULTIMO STADIO
- Maggio 8, 2012
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Quattordicimila posti, forse diciasettemila. Posti? Sedili freddi in uno stadio ridicolo e inospitale. Inospitale come Trieste. Ridicolo come il combattimento tra galli sui quali possiamo anche scommettere ma che non porta certo provvedimenti seri che sappiano rappresentare il pensiero e l’immagine comune. Dove sono i consiglieri comunali che minacciavano querele per chi aveva ribattezzato il Sant’Elia? Dove sono gli strenui difensori dell’immagine dei Sardi e della Sardegna? Assistono silenziosi allo stupro che si consuma. Non prendono in mano gli atti che dicono di avere. NOn li pubblicano tutti. Mi piacerebbe conoscere il verbale di consegna del Sant’Elia, le schede tecniche della struttura, le perizie, i collaudi, le bollette, le notifiche. Mi piacerebbe che il senso di responsabilità che si dichiara sappia identificare tutti i responsabili di uno scempio che non è stato impedito da chi gestiva la cosa pubblica e ha eventualmente trascurato di difenderla da qualsiasi interesse privato, Cellino compreso. Mi piacerebbe che si andasse oltre il semplice reciproco bullismo. Forse invece della lotta a chi è prus barrosu bastava affidarsi ad un arbitrato. Il Neo Sindaco non aveva nulla da rimproverarsi e poteva lasciare che il passato fosse valutato, perchè ciascuno potesse pagare quanto doveva, economicamente, politicamente e amministrativamente. E aveva (forse ha ancora) la grande chance per parlare di futuro incontaminato. Perchè l’immagine della Sardegna non si continui ad affidare ad uno Stadio accapiau a spagu, perchè il dilettantismo non sia lo sconveniente biglietto da visita che forniamo. Perchè la Sardegna non si riduca alla misura individualista di chi rappresenta simboli, interessi privati o città. Perchè non si parli nei bar o con gli amici con il bicchiere in mano e ci si nasconda nei ruoli ufficiali. Forse basterebbe che si provasse un poco di vergogna, se non fosse che questo è sentimento di chi non pensa di essere un essere perfetto. Io, ad esempio, provo molta vergogna del Cagliari così e di Cagliari così.
Roberto Porceddu
Dici bene Vittorio una sfida dove non ci son ne vinti ne vincitori ma solo una brutta immagine di Cagliari incapace di gestire i capricci di Cellino che ha a che fare con un incopetenza di salvaguardia del bene comune dell’immagine di Cagliari e di tutta la sardegna che chi ha avuto esperienze di vita fuori dalla nostra isola ovattata, fatta di schieramenti dall’uno o dall’altra parte, sa quanto è difficile guadagnarsi una credibilitá partendo con l’handicap di essere orgogliosamente sardi, non disposti a vendere se stessi o la propria terra per imporsi nella societá. Per me e per tutti quelli come me questo giochino dei ruoli tra Cellino e Zedda ha creato danno solo a Cagliari e ai sardi che siano essi tifosi o no rossoblù.
Davide Zedda
Tutto vero caro Vittorio, come è vero che non sembra possibile una soluzione rapida al problema. Manca la volontà, manca l’orgoglio di desiderare il bene comune. Lasciarsi dietro il passato cercando di individuare colpe e responsabilità ma con lo sguardo alto verso una nuova meta, un nuovo desiderio per un nuovo sogno. Cerotti e reti non bastano per fare del Sant’Elia un nuovo stadio. Elmas, Quartu, solo altri cerotti per un malato grave. Trieste la vergogna finale ma anche il dispetto del padrone. Io credo che il proprietario del Cagliari non può essere visto e non può arrogarsi il diritto di ogni decisione in quanto proprietario, padrone appunto. Essere titolare della società del Cagliari non è come essere padrone di una qualsiasi azienda. Il Cagliari rappresenta un’isola, un popolo, una nazione, un’identità ed un sentimento comune. Il Cagliari è sì di Cellino, ma esiste una morale e una responsabilità più grande che dovrebbe portare il presidente a non calpestare un qualcosa che non è sua: la dignità del popolo rossoblù. Per amore serve un passo indietro, un passo indietro da parte di tutti, sindaco e amministrazione, Cellino e la sua società. Il Cagliari esiste dal 1920, ha affrontato drammi come la guerra, rischiato il fallimento, ha vinto uno scudetto, ha rischiato la serie C2… Il Cagliari esiste, esisteva e continuerà ad esserci. Il suo padrone non sarà per sempre Cellino. La dignità stava anche nel dire: si resta al Sant’Elia che cade a pezzi, che tutti vedano, che si agisca per il bene del club e della città e del popolo sardo. Invece no! A Trieste, lontani, che nessuno veda più, che nessuno possa risolvere.
Luca
Perfetto il tuo commento uguale al mio pensiero .Le società di calcio non devono essere gestite come società commerciali normali . Qui non si vendono prodotti e se al cliente le piacciono li compra o no. Il Cagliari e fede sentimento emozione e sogni e tutto e tantissimo. Ho 42 anni vado allo stadio che avevo 5 anni. Grazie a mio padre ho visto Riva giocare ho visto gli spareggi a Terni ho fatto l’abbonamento dal 1989 ad oggi. Ho visto il Cagliari in c in b ho visto lo spareggio a Napoli ho conosciuto cosa vuol dire piangere quando perdi e quando vinci ho fatto22 trasferte compreso malines Cagliari di coppa UEFA e di cosa vuol dire essere teso una intera settimana pensando a domenica e sl Cagliari. Sono orgoglioso di essere solo ed esclusivamente tifoso del Cagliari e uno dei miei sogni della vita prima di morire vorrei vedere vincere lo scudetto. Invece nel 1992 uno che confessava di non sapere niente di calcio e che non andava allo stadio e non provava niente x il mio Cagliari a distanza di 20 anni si permette di non farmelo più vedere critica tutto e calpesta tutti i tifosi. Ma chi sei tu per fare questo? Ho un figlio di 6 anni che e’ già tifoso del Cagliari e che non vuole perdersi una partita e che ne ha visto allo stadio già 12 . Gioca solo con la maglia del Cagliari e dorme con il cuore rossoblu al suo fianco. Adesso le hanno tolto il sogno dello stadio e non capisce bene xche non ci può andare . E io soffro x questo purtroppo. Spiegalo cellino padrone e uomo piccolo piccolo che i sogni non si distruggono a nessuno e che le emozioni non si vendono e non hanno prezzo. Solo tu che vivi x il denaro puoi farlo. Noi per fortuna che di soldi te ne abbiamo dato tanti viviamo di altro e non sarai mai nei nostri pensieri perché tu non sei il Cagliari ma siamo solo noi che abbiamo cuore. Grazie per lo sfogo.
Daniele
La dignità E’ STATA nel dire: “si resta al Sant’Elia che cade a pezzi, che tutti vedano, che si agisca per il bene del club e della città e del popolo sardo” dal 2002 alla vigilia della partita con l’Inter… e non è cambiato niente per 10 anni. Forse serviva una scossa, forse non sarà servito a niente, ma non si poteva stare a guardare altri 10 anni.
Pietro F.
Hai ragione, infatti siamo rimasti a guardare ALLA TV gli juventinoidi che festeggiavano nel “nostro” stadio. Una scossa niente male….spt al portafoglio di Cellino e alla birra Ichnusa che ha offerto in diretta su Sky agli amatissimi colori bianconeri….bella scossa….si si.
Ilva03
Basta non intestardirsi ne volerlo fare dove x motivi giusti o sbagliati ,non si puo’ !!! Basta auesta Elmas……..tutti dovrebbero limare l’orgoglio e voler fare il passo in avanti !!!
milena
Che tristezza vedere il Cagliari giocare in “casa” in trasferta, con più tifosi ospiti a incitare la loro squadra.Alla fine si sentivano solo loro.
Che venda il terreno di Santa Caterina, così finalmente saranno contenti, oppure meglio che lo usi per pascolare le pecore, in modo che chi ha bloccato la costruzione del nuovo stadio, non lo possa utilizzare mai.
Basta che questo nuovo stadio si faccia.
Già mi immaginavo al Caralis Arena o Santa Caterina comodamente seduta a guardare la mia squadra del cuore vincere, sostenuta da migliaia di tifosi in festa.
Forse rimarrà solo un sogno.
Pietro F.
Bene. Ma lo ha detto anche a Cellino?
Roberto
Forse c’è da chiedersi dov’è stato il giornalismo sardo di questi tempi, quel bel giornalismo che fa stare tutti sulle spine e che non fa dormire sonni tranquilli ai potenti, chiunque essi siano.
Quel giornalismo che si va a cercare le perizie, le bollette e i responsabili di questo scempio.
Perchè da anni assistiamo a chiacchiere da bar pure sui giornali, e se le fanno loro perchè non dovrebbero farle i politici o gli imprenditori che non hanno nessun interesse se non quello di lavorare il meno possibile?
Davide70
Mi spiace solo di una cosa, caro Vittorio, che non ti sei degnato neppure di una piccolissima risposta, nel mio messagio precedente di circa un mese e mezzo fà…….solamente per il ricordo di quella persona…..
Vittorio Sanna
Ciao Davide. Visualizzo oggi la tua< risposta, visto che degli hacker russi si erano impossessati del mio blog. Andrò a vedere a cosa ti riferisci e ti risponderò, stanne certo. Chiedo scusa per il disagio ma non mi ero accorto del disguido. Ciaoi
Pietro F.
Ora Cellino litiga anche con Elmas.
A quando con Quartu?
Ma nei media isolani pare tutto normalissimo che accada….