
LO STADIO DEL POETA
- Ottobre 18, 2013
- 11
Ho usato “Viaggio di un poeta”, vecchio brano dei Dik Dik. Non è di quelli che suonano i Maurilios, molto più raffinati nella ricerca del repertorio, ma riassume il girovagare alla ricerca di chissachè. Nel caso del Cagliari alla ricerca di uno stadio adeguato. Si pensava troppo lunga e dissestata la strada per arrivare al nuovo Sant’Elia. E così si è pensato di passare dalla scorciatoia (!) di Trieste. È il viaggio di una poesia maledetta. Si credeva che il peggio fosse a Cagliari. Il peggio invece ancora non si conosceva ed è quel che è passato da Is Arenas. Terra scottante che ha scatenato sensibilità sconosciute. Le forze del male si sono riversate sul Comune di Quartu e sul Cagliari Calcio. Improvvisamente la Sardegna è diventato il mondo della perfezione, dove non puoi spostare un mattone, dove non puoi gettare neanche la carta. Il poeta aveva idealizzato l’operatività, in pochi mesi ha messo su un piccolo gioiello. Qualcuno lo ha definito lo stadio dell’Ikea. Di certo era uno stadio smontabile (DIMOSTRATO) molto più accogliente degli elefanti corrosi sparsi per l’Italia. Ma le regole REGALI non potevano essere sottomesse e qualsiasi “ribelle” finiva in carcere. Preventivo, ma carcere. Ecco che il poeta disincantato ha ripreso così la strada di casa. Con i soldi in tasca, pronti ad essere versati, si è tornati verso casa, avendo capito chi contava di più. Davanti alla porta ha trovato Lei che l’aspettava, l’Amministrazione Comunale. Tutto come prima oggi. Ma si spera si possa chiedere di più!
Angelo
Certo paradossale è il cammino della società in questi 2 anni (circa). Prima Cellino litiga con Zedda per presunti (o veri) debiti dovuti al comune. Se ne va dallo stadio di cagliari anche dopo la riduzione della capienza dovuta alla mala gestione dello stadio (chi se ne doveva occupare?) Poi l’esilio a Trieste con soluzione tampone: la costruzione di Is Arenas. Questo stadio dell’Ikea pultroppo è andato contro troppe regole (o muri di gomma). Non si può accellerare la burocrazia se si calpestano troppi piedi e se si cerca di scavalcare qualcuno o qualcosa. Ora siamo tornati all’ovile, dentro uno stadio rattoppato, vecchio come prima, con tunnel di sicurezza per nn cascarci pezzi di calcinaccio in testa e altre miriadi di lavori da fare. L’agibilità per i 16.000 posti chissà se mai la si otterrà ma nel frattempo chissà se la Cagliari Calcio e il sindaco Zedda o chi verrà al suo posto, riusciranno nell’intento di costruire uno stadio. Magari come stà facendo l’Udinese che ci ha messo meno tempo di noi per le concessioni comunali (sarà padrone dei terreni per 99 anni) e costruirà uno stadio all’inglese in meno tempo di noi. Mi chiedo: ma bisognava arrivare a tutto ciò? Ricordi Vittorio quando scrissi ad “A voi la linea” dicendo che solo a Cagliari succedono queste cose?
Vittorio Sanna
È così Angelo. Un caro saluto
Pietro.
Vabbè…..
Vittorio Sanna
Caro Pietro, finora tu hai espresso liberamente la tua opinione ma nessuno ha commentato con un “Vabbè..” che trovo spocchioso e irrispettoso. Ti chiedo di porre rimedio perché, ti ricordo, se mio ospite, finora gradito. Il confronto è accettato finchè non c’è una delle due parti che pensa di professare il verbo divino e gli altri a dire cretinate. Ciao.
Pietro.
Concordo. Mi è scappato, sicuramente per un pizzico di sconforto nel leggerti Vittorio. Sia chiaro: il tuo scrivere è sempre un bel leggere, ma più o meno velatamente non si può non notare quel filo conduttore che ha unito molta della tifoseria e che ha causato danni pazzeschi e cioè la convinzione che se non ci fosse un complotto contro il Cagliari poco ci mancava.
Ne prendo atto e pur non condividendo è giusto che chi lo creda continui a scriverlo o dirlo.
Però oggi rivedevo un bellissimo video in cui tu facevi la parte del leone. Un video che riportava la Festa per il ritorno in serie A nel 97-98, 15 anni fa, mica 30 o 40.
Bè, io sono strafelice si sia tornati al S.Elia. A Cagliari. Perchè un Cagliari a Quartu, in quel campetto della periferia dell’Hinterland era prima di tutto un’offesa a chi è cresciuto col sogno di riavere un Grande Cagliari. Un campetto che se Cellino ha definitivamente mollato è perchè ha preso atto finalmente che metetre su uno stadio di Serie A in due mesi e per di più in una zona piena di vincoli paesaggistici, era una follia assurda. Senza speranza ne futuro. Altro che complotto!
Il ritorno al vecchio S.Elia invece rappresenta (forse) la prima tappa verso la realizzazione di quel sogno e le parole di Zedda ma anche quelle di un Cellino che pare “rinsavito” su molti aspetti, mi fanno ben sperare.
Senza un ritorno al S.Elia non poteva esserci la possibilità di un NUOVO S.Elia.
Io ci credo. E questo continuo guardarsi indietro alla follia quartese o addirittura (in altri luoghi) a quella Masese (Elmas) quasi con rimpianto mi crea stupore e pure amarezza.
Se si vuole veramente bene al Cagliari si dovrebbe ringraziare tutti i giorni il Dio del calcio d’averlo riportato a casa sua. Secondo me ovviamente.
Spero di aver, sicuramente, argomentato meglio.
Forza Cagliari a Cagliari! 🙂
Vittorio Sanna
È ben argomentato. Ti propongo addirittura di uscire dal tema stadio. Acquisito il ritorno del Cagliari al Sant’Elia e il futuro in quello che sarà il nuovo stadio, i vincoli paesaggistici intorno ad Is Arenas che profitto potranno dare all’area parco? Si ritornerò alla discarica precedente? Oppure lo stadio ha fatto notare il totale abbandono della zona? Perché degrado non è solo costruire un metro dentro il parco ma anche lasciare la zona in balia di se stessa… O le macerie, i barattoli, le merdone, non producono danni ambientali? Solo per capire…Se dovessero improvvisamente valorizzare la zona riuscirei a capire le ragioni di tanta severità in virtù di altrettanta severità…Altrimenti non mi aiuteranno a capire. E come me, tanti altri. Disposti a rivedere la loro posizione ma restii ad atti di fede in un senso o nell’altro: sono una brutta specie cartesiana… Ciao e grazie per il tuo intervento
Pietro.
Ma figurati Vittorio, su quell’argomento non si può che concordare! Il degrado in cui è lasciato quel “parco” è scandaloso. E lo è spt il lato quartese aggiungo.
Perchè tanta severità allora? Ma perchè la “creazione” di uno stadio in barba a tutti i vincoli è “troppo” dal punto di vista mediatico per chiunque.
Insomma Vitorio, se io mi chiudo il balconcino di casa e ci ricavo una stanzetta forse la svango, ma se mi costruisco una mansarda senza chiedere permessi e in barba a leggi e regolamenti scoppia il finimondo.
E’ normale. Normalissimo.
E aggiungo che se anzichè lo Stadio per il Cagliari un imprenditore qualsiasi si fosse messo a costruire ad Is Arenas un capannone industriale ora saremmo tutti qua a gridare all’ennesimo scandalo. TUTTI.
Questa è una Città dove fanno una gazzarra vergognosa per 4 pini del piffero che stanno distruggendo muri di contenimento e sono a rischio crollo continuo (come quelli di Viale Diaz)…non dimentichiamocelo. E si voleva sfangarla costruendo uno stadio di serie A in 2 mesi?
Quello stadietto era prima di tutto abusivo. Carino, accogliente, con una bella visuale. Ma abusivo.
A tutto c’è un limite.
Vittorio Sanna
Pietro, permettimi di ricordarti che lo stadio c’era già e che di abusivo c’era forse uno sconfinamento di un metro delle strutture esterne di sicurezza… Sono d’accordo sui tempi e sui modi che hanno scatenato la reazione di chi si è sentito preso per il naso, ma non i contenuti…Le altre opere abusive erano addirittura richieste assecondate. Se lo stadio fosse sorto in un’area verde abbandonata è un conto: è sorto dentro e intorno ad un precedente stadietto… Non esageriamo i contorni della vicenda…Poi sono d’accordo sul fatto che dava nell’occhio e le procedure sono state accelerate: ma sarebbe stato molto più grave un capannone privato dentro Is Arenas. Non credi?
Lello da SS
Secondo me, che sono un tranchant come Putin, se Cellino fosse stato gay oggi Is Arenas sarebbe lo stadio del Cagliari e il Sant’Elia sarebbe stato demolito. Peggio per voi cagliaritani che avete votato uno della lobby Sodomia e Libertà. Punto.
Angelo
Cmq abbandoniamo questa questione e godiamoci il ritorno dei rossoblù in casa, al S.Elia. Forse sia Zedda che Cellino hanno capito i propri errori, sopratutto quest’ultimo. Ma si badi bene che secondo me il presidente agisce molto d’istinto per poi pentirsi di quello che dice o fà.
Nella vicenda Elmas o Quartu, Cellino ha voluto far capire dove stanno i poteri forti. Vi ricordo che costruire uno stadio vicino ad un aereoporto non è reato. Qui a Milano (Bergamo per l’esattezza) c’è un complesso commerciale che è il doppio di uno stadio di fronte all’aereoporto. Qui si può e a Elmas no?
Nella vicenda Quartu non c’è ancora un colpevole. Si disse dei vincoli paesaggistici, poi delle facili concessioni, della sicurezza, della mummia (mai trovata!) per poi finire con l’ inventarsi della struttura non amovibile.
Ripeto: Cellino non ha scoperto nulla di nuovo, ha solamente fatto vedere come le cose funzionano in Italia. Questa si chiama BUROCRAZIA!
Concludo ridicendo: godiamoci il ritorno e magari come auspica l’assessore allo sport, l’inizio di un nuovo progetto S.Elia. A proposito, non vi sembra che si stia costruendo Is Arenas all’interno del S.Elia? 🙂
giovanni
purtroppo dobbiamo prendere atto che i nostri amministrattori sono incapaci e inutile continuare ad argomentare su questi temi. qui in sardegna non si tratta solo di stadio o strutture sportive basta vedere altri casi come le terme di Casteldoria o il lido iride a platamona abbandonati perche non capaci di fare delle scelte.i continuo a chiedermi come fanno a Trieste ad avere uno stadio a norma senza avere una squadra. Cagliari è un capoluogo di regione forse l’unico di tutta europa che non ha uno stadio per ospitare 20000 persone.