
Leoni e Agnelli
- Novembre 7, 2011
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Dobbiamo riprendere a divertirci a sentirci orgogliosi di una squadra che rappresenta per Noi Sardi qualcosa di più di una squadra di calcio. Per questo è meglio liberarci subito di chi non ha capito a fondo il nostro carattere, il nostro desiderio, le nostre qualità. Liberarci subito di chi ci addebita difetti che non ci appartengono. Se rompiamo le palle è perchè per noi il Cagliari è ragione di una gioia che ci trasciniamo per sette giorni. E per lo stesso legame siamo capaci di portarci dietro il magone. Cinquecento minuti senza un gooollll serio. Troppe partite senza innalzamento di tono. Anche io mi ritrovo in crisi di identità. Non è il mio calcio. Non è la mia radiocronaca. Se poi colgo che vengo vissuto con fastidio come viene vissuto anche il malumore dei tifosi, allora soffro. Soffro finchè non mi sembra di percepire addirittura la ruffianata, il sorriso di circostanza, l’ammiccamento di chi è in difficoltà e vorrebbe appoggiarsi a chi fino a pochi giorni fà era solo un “rompipalle”. Così non va. Ci sono stati altri che non volevano sentire ragioni (Bisoli) che non volevano mettere in discussione la propria filosofia. Hanno avuto il buon gusto di essere coerenti fino alla fine. Forse addirittura cocciuti e testardi, ma non ruffiani. Non hanno capito che gli veniva offerta amicizia sincera, investimento di una carriera da calciatore che non era stata dimenticata per generosità e abnegazione. Ma oggi? Oggi si può cambiare solo se si è sinceri, se non è opportunismo, se non serve a far passare il momento difficile per poi riprendere ad essere convinti di vivere sopra un piedistallo. Siamo tutti di questa terra e tutti quanti abbiamo un percorso che inizia e finisce in modo simile. Aldilà delle deteriorabili carriere c’è un animo che parlerà per noi. Il mio, credo che abbia un valore. Almeno in termini di onestà intellettuale. E su questa onda vivo la sintonia. Altrimenti è pensiero divergente se non contrastante. Mi piacciono i leoni ma non mi piacciono quelli che diventano agnelli. Mimetismi di comodo. Camaleonti che non sanno nemmeno cantare una buona canzone. Leoni e agnelli si distinguono dai denti. Inutile ficcarli in bocche sbagliate.
Efisio
Vivo lontano dalla mia amata Isola e confermo quello che dici: “il Cagliari è ragione di una gioia che ci trasciniamo per sette giorni; e per lo stesso legame siamo capaci di portarci dietro il magone”. Questo è il peggior Cagliari degli ultimi 20 anni: e non perché temo la serie B, ma perché non vi vedo né gioco né idee. Premetto che ho dei pregiudizi nei confronti dell’attuale allenatore: anche il Cesena dello scorso anno non mi convinse e ottenne la salvezza in extremis grazie a un calendario molto fortunato. Tuttavia, credo che due dubbi facciano una certezza: Ficcadenti si è mostrato mediocre lo scorso anno a Cesena e si sta confermando mediocre quest’anno a Cagliari. Giochiamo per 10/11 con una squadra che ha fatto parlare di se (e tanto) negli ultimi anni e abbiamo ottimi giocatori rispetto agli altri organici di serie A. Semplicemente: non possiamo giocare col 4-3-3, la squadra si allunga terribilmente perché viene meno il raccordo tra centrocampo e attacco (eppure avremmo in Cossu uno dei migliori interpreti della serie A in quel ruolo, a ballare tra centrocampo e attacco, e non confinato tristemente sulla fascia sinistra), con questo modulo costringiamo l’unico vero attaccante (Nenè) a un infinito lavoro di sfinimento e pressing sui portatori di palla avversari: a questo proposito vorrei spezzare una lancia in favore del buon Nenè. Se un attaccante non ha una palla giocabile (una) per 88′ minuti, spende questi 88′ minuti in un pressing inutile e stremante, come si puo’ pretendere che segni e trasformi in oro l’unica mezza palle che gli capita al 90′ minuto? Nenè non sarà Eto’o ma permettetemi di dire che ha dimostrato di essere all’altezza del campionato italiano in diverse occasione e, sopratutto, di essere un giocatore infinitamente generoso; ha segnato 15 gol in 2 stagioni (di cui, la prima, giocata, spesso, partendo dalla panchina, e la seconda interrotta da un brutto infortunio nel suo momento di miglior forma). Ancora: se Cossu, miglior assist-man degli ultimi due campionati, non riesce a fare più un passaggio su linee orizzontali e a saltar l’uomo (idem per T. Ribeiro), ora mi chiedo: la colpa di chi è? Nuovo giro di panchina, please.
Francesco
@efisio Cossu gioca trequartista, il problema è che sta giocando male lui ed essendo l’unico centrocampista tecnico tutto il gioco né risente.
Efisio
Trequartista defilato, molto defilato: con molte, troppe responsabilità difensive e scarsa libertà di movimento. Ficcadenti l’aveva spento a Verona, lo sta spegnendo di nuovo. Niente di personale con Ficcadenti, pero’, personalmente, credo che gran parte delle colpe siano sue – in toto – come lo scorso anno furono di Bisoli nella prima parte di stagione.
emanuele
Una volta ti ho criticato per l`articolo su Donadoni, ma non ho mai messo in discussione la tua serieta` intellutale ne` tanto meno la professionalita` come cronista e sopratutto il tuo amore per la maglia rossoblu. Ti do ragione al 100 per 100 su quello che dici e mi fa un po male vedere il cagliari cosi rimbabito in balia di certi individui che continuanno a gettarlo allo sbaraglio. Questo non e` il cagliari che noi tutti conosciamo. Quei meravigliosi anni 90, e gli utlimi delle salvezze a media champions ligue. speriamo che le cose si aggiustino presto. Buona settimana
Moreno
Ho sempre rispettato un´allenatore anche in funzione della sua preparazione tecnico tattica, perché è evidente che per insegnrae una qualsiasi disciplina non si può prescindere da uno studio ed esperienza culturale, ma in quello che é il vero significato di insegnare in senso stretto io considero un´allenatofre di calcio in base alle sue capacitá di mettere in condizione i singoli di esprimersi al massimo in un concetto piú ampio di insieme e di gruppo. Con tali premesse voglio assolutamente dire che non tutti sono in grado di essere allenatori e non tutti riescono ad analizzare ogni singolo materiale umano a disposizione per amplificarne le capacitá; pertanto non esiste un modulo di gioco se non esistono giocatori che lo attuano e viceversa, ma ció che veramente fa la diferenza è considerare ogni singolo modulo tattico in funzione delle caratteristiche di tutto il materiale umano a disposizione, non solo i giocatori, non solo lo staff tecnico, ma tutto ció che ruota intorno ad una squadra di calcio. Tutto ció e´estremamente complicato e la preparazione dello staff tecnico è atta all’aplicazione di un concetto piú strettamente tecnico ed umano, ma del resto chi ha studiato a scuola ha sempre guardato con ammirazione coloro che oltre che a studiare, applicavano con estrema scioltezza ció che si apprendeva dalle lezioni di tuuti i giorni, talvolta anche senza studiare tantissimo. Così esemplificato voglio dire che tutti noi dovremmo guardare con estrema umiltá l’operato di Ficcadenti e del suo staff, perchè se qualcosa non va non è da imputare semplicemente ad un’allenatore che ha un concetto di calcio ben definito, (oltre che ad una mentalitá ben delineata su detterminate idee calcistiche) ma ad una societá che progettualmente ha applicato nel corso degli anni un’idea di calcio ben precisa e che per il bene comune deve essere profusa in funzione anche di ció che rappresenta il Cagliari per tutti i sardi sparsi in tutto il mondo. Non amo come gioca il Cagliari, ma osservo l’operato di Ficcadenti con molta umiltá perché non sono con lui ad Asseminello tutti i giorni, né conosco ció che in realtá il presidente del Cagliari voglia per la propria squadra, sia dal punto di vista economico che tecnico perché ha abituato l’opinione pubblica a decisioni sorprendenti nonché a stravolgimenti repentini, anticipati da dichiarazioni talvolta incomprensibili e contrastanti. In tutto ció mi rifaccio alla cosidetta “fortuna” del nostro presidente, perché se il Cagliari con lui ha fatto tanti anni di serie A, vuol dire che ha le caratteristiche imprenditoriali e tecniche che trasformano la sua audacia in “fortuna”, tanto che oggi come in passato sono curioso di vedere che cosa ci riserva il futuro.
Francesco B.
Condivido in pieno le considerazioni morali di Moreno.
Resto perplesso però sul “concetto” di calcio di Ficcadenti; non è mia opinione, infatti, constatare che il Cagliari non è più in grado di fare più di tre passaggi di fila (quattro quando va bene) e che, quando ciò avviene, avviene per linee orizzontali nella trequarti difensiva. Ultimamente le uniche verticalizzazioni che si vedono in partita partono da Canini che non si discute come marcatore, ma con i piedi … (passando la battuta, molto spesso mi viene da pensare che abbia sbagliato infilandosi le scarpe nei piedi ed abbia infilato la sinistra al posto della destra e viceversa). Poi, umilmente, rispetto il suo lavoro ma da tifoso critico non posso certo sostenere che questo gioco entusiasmi o che s’intravvedano chissà quali margini di miglioramento: NON FANNO UN TIRO IN PORTA perche non riescono nemmeno ad arrivarci. Un commento su Ibarbo mi preme: leggo sulla stampa locale e seguo dibattiti sportivi nei quali sostiene che il giocatore è immaturo, non è disciplinato tatticamente e un’altra serie di valutazioni e giudizi che a mio avviso sono delle belle e buone cazzate. I fatti dimostrano che tutte le volte in cui è entrato ha rivoluzionato l’assetto tattico del Cagliari consentendogli di far salire il baricentro della squadra di almeno 20 metri; questo perchè andando a prendersi la palla nella trequarti difensiva è l’unico in grado di portarsi a spasso 3 o 4 giocatori avversari che il più delle volte per fermarlo, vista la potenza devastante che ha, sono costretti a buttarlo giù, rimediando, molto spesso delle ammonizioni. E’ vero, qualche volta fa giocate superflue e qualche volta s’incarta da solo però sono convinto che se gli venisse data fiducia, nel bilancio di un’intera partita il suo apporto sarebbe determinante.
Angelo
Sembra sempre la stessa storia: quando sembra che è l’anno giusto per fare il salto di qualità (e non credo che nessuno di noi nn l’abbia pensato dopo le prime 5 partite!) torniamo coi piedi x terra o peggio cadiamo in depressione. Ricordo Allegri quando perse ad Udine dove si ritrovava addirittura quarto in classifica; oppure Donadoni prima del pessimo girone di ritorno; od ancora Bisoli dopo il 5-1 alla Roma. Voglio dire che la squadra è fatta x salvarsi..in Europa nn ci andremo con Sampaio, Ribeiro, Ibarbo, ecc.. ma con un gruppo coeso e anche intraprendendo scelte impopolari del tipo Cepellini x Cossu se è stanco oppure Ibarbo se vuole fare il 4-3-3. Sostituendo chi nn è in forma oppure facendoli rifiatare. Quest’anno abbiamo Cossu-Conti-Agostini con un anno in più e giovani sconosciuti che se nn si adattano subito al nostro calcio siamo nei guai. Gli errori li ha anche Cellino che nn ha riscattato Acquafresca e Missiroli che se messo nel suo ruolo (centrocampista avanzato e nn seconda punta come lo faceva giocare Donadoni!) avrebbe fatto comodo. Ricordo che con la Reggina, quest’anno, ha già segnato 7 gol uno più bello dell’altro. Concludo con un dato di fatto: Nenè è 8 mesi che nn segna su azione. E’ un dato preoccupante! Perchè continua a giocare titolare? Perchè non gioca Larrivey o qualcun altro? Ficcadenti ritiene che i panchinari nn siano all’altezza dei titolari quando nn effetua neanche una sostituzione ne ad inizio partita e neppure durante? Vedrete che in successione accadrà: esonero di Ficcadenti e nuovi acquisti a gennaio (punta e centrocampista).
Francesco
@efisio anche io do la maggior parte delle colpe a ficcadenti, però per quanto riguarda Cossu, non é un problema di posizione, ma di testa o di gambe, questo non lo so…Cossu non sta giocando come negli ultimi anni, spero che con ballardini ritrovi un po’ di fiducia e torni ad essere determinante come lo è stato negli ultimi anni.