Limitativo pensare che possano essere loro a decidere il match di Coppa Italia che domani metterà di fronte Cagliari e Albinoleffe. Ma il confronto a distanza tra Joaquin Larrivey alla quarta opportunità con il Cagliari e Andrea Cocco, solo una quando aveva diciannove anni, potrà essere fatto. Per capire se è vero (io penso lo sia) che gli stranieri al Cagliari sono i Sardi. Per poter giocare devono dimostrare di essere già pronti. Guai se steccano anche una sola partita. Certamente frutto di scelte societarie, ma anche di una mentalità tutta nostrana che sopporta molto meno il prodotto di casa quando non è ancora maturo. Lo si è visto con diversi giocatori. L’eccezione è Francesco Pisano. L’unico che ha iniziato presto e forse perchè piccolo e scoppiettante, generoso e aggressivo, ha fatto immediatamente breccia. Un pò come fece a suio tempo (medesime caratteristiche ma anche con gol in canna) Vittorio Pusceddu.  Diversamente da tanti altri. Matteoli e Zola sono arrivati a Cagliari che erano già eroi celebrati.  Carrus, Guberti, Fini, Pinna e l’elenco sarebbe lungo, costretti a migrare. Lo stesso Gigi Piras a suo tempo, malgrado l’indiscusso bottino di gol, aveva chi mal lo sopportava. Per non parlare di Capone, anche lui vittima dei soliti denigratori. Il Presidente Cellino ha nella mancata valorizzazione dei giovani il suo difetto peggiore. Forse perchè per lui i giocatori valgono quel che costano e il vivaio è un costo obbligato e i giocatori che ne fanno parte non sono un investimento fatto.  Insomma domani potremo verificare se Andrea Cocco è ancora troppo acerbo per essere uno del parco attaccanti rossoblu. In Coppa Italia fece il suo primo gol contro la Sampdoria. Segnò anche in campionato malgrado gli spiccioli di minuti giocati. Poi è stato capocannoniere in Seconda Divisione con l’Alghero. E uno dei più apprezzati l’anno scorso da un tecnico che di giovani promesse se ne intende, Emiliano Mondonico. Compito di Larrivey sarà quello di dimostrare di non essere un privilegiato.