Pierre de Coubertin, pedagogista francese e storico inventore dei moderni giochi olimpici, diceva che ‘’l’importante è partecipare’’, sottolineando quanto – a prescindere dalla vittoria o dalla sconfitta – lo sport avesse la forza e il potere di unire le più disparate figure e personalità. La ‘’Cagliari respira’’, giunta alla sua dodicesima edizione, lo testimonia pienamente. Oltre 3000 persone si sono presentate, domenica 1 dicembre, al via da piazzale Marco Polo, per prendere parte alla mezza maratona, o alla gara non competitiva di sei chilometri o semplicemente per prendere una boccata d’aria e fare una bella camminata in compagnia. Una giornata accompagnata da nuvole, molto vento – che ha ‘’rallentato’’ i podisti presenti – e qualche sporadico raggio di sole hanno fatto da contorno alla manifestazione sportiva e ai suoi partecipanti. La Cagliari Respira, in questi dodici anni, è cresciuta di affluenza e di qualità: troviamo al via alcuni tra i principali esponenti del mezzofondo sardo e non solo, come ad esempio il laziale Pasquale Rutigliano, vincitore nel mese di novembre della mezza maratona di Uta, l’italo-marocchino classe 1968 Said Boudalia, lo spagnolo Lachgar Chakib, il promettente junior di San Gavino Federico Ortu, Giuseppe Mura – protagonista di spicco del mezzofondo e fondo sardo in questi ultimi dieci anni, vincitore del titolo italiano universitario sulla distanza dei 5000m nel 2014 – Oualid Abdelkader, il talentuoso allievo di Serramanna tesserato per la Cagliari Marathon Club Jyotish Frongia, l’ottimo Michele Merenda – quest’anno impegnato in una delle due frazioni della staffetta, Paolo Cannas, Morad Ibnorida, Roberto Melis, Federico Ortu e Emanuele Repetto. Tra le donne spiccano le figure della ultramaratoneta croata, campionessa mondiale della 100 chilometri, Nikolina Sustic, Claudia Pinna – una delle mezzofondiste sarde più forti di sempre, che ha fatto della costanza e della longevità i suoi punti di forza – e la brava Manuela Manca, ex amsicorina protagonista da parecchio del mezzofondo isolano al femminile. La partenza, preceduta dal raccoglimento per la morte del presidente del Coni sardo Gianfranco Fara, è nervosa e nelle prime venti posizioni assistiamo a qualche caduta che, comunque, non impedisce il regolare andamento della gara. Le intenzioni dello spagnolo Laghcar sono chiare sin da subito e, già dalle prime battute, imposta un ritmo deciso che gli consente di essere in testa dalle fasi iniziali, tallonato da Boudalia e, in terza posizione leggermente staccato, Pasquale Rutigliano, con gli altri atleti a seguire. Tra le donne il copione è simile, con l’atleta croata Sustic avanti alla nostra Claudia Pinna. Nessun tatticismo tra i top runner, ma desiderio di esprimersi al meglio delle proprie capacità senza tralasciare il fattore cronometrico. Sarà proprio Laghcar, che ha fatto dal principio gara a sé, il vincitore della Cagliari respira 2019 con l’ottimo tempo di un’ora, sei minuti e trentuno secondi, a Boudalia spetta la piazza d’onore con un crono poco sotto l’ora e dieci minuti, mentre Rutigliano – autore di una gara accorta e regolare – va sul gradino più basso del podio concludendo la sua fatica in un’ora, dieci minuti e 29 secondi. Tra le donne sarà l’ultramaratoneta croata a spuntarla, con il tempo di un’ora e diciotto minuti. Brava Claudia Pinna, seconda classificata, autrice di una condotta di gara intelligente e in progressione che gli consente di concludere la mezza maratona con il bel tempo di un’ora, diciotto minuti e quarantasei secondi. La brava Manuela Manca si piazza al terzo posto, dietro la Sustic e la sua corregionale Claudia Pinna, chiudendo i 21 chilometri poco sotto l’ora e ventuno minuti. La manifestazione sportiva ha messo d’accordo tutti, dai più grandi e maturi ai piccolissimi, unendo per un giorno la città e i suoi abitanti. C’è chi ha corso, chi ha scattato delle fotografie, chi ha assistito al passaggio degli atleti: ognuno ha comunque preso parte a una bellissima giornata di sport, contraddistinta dal divertimento e da un’aria di festa e gioiosa, elementi che dimostrano che Cagliari ‘’respira’’ e, nonostante tutto, anche molto bene. Ad maiora!