Volare così in alto, volare così leggeri. Perchè il Cagliari che si piazza al secondo posto, ad un solo punto dal vertice, alla vigilia della pausa è una realtà che gonfia il cuore di emozione. Fa tutto con facilità, con il dono dell’imperfezione, dando la sensazione che il meglio debba ancora venire. Stare secondo e pensare che ci sono state gare che dritte dritte non sono. Palermo su tutte, Udine a seguire. Avere rimpianti e averli con la prima in classifica e con una delle seconde. E’ solo la quinta giornata ma si è già giocato con Roma e Palermo in trasferta e con l’Udinese in casa. La comparazione è spietata: lo scorso anno nelle stesse  partite i Rossoblu avevano raccolto uno, un solo punto. Bilancio parziale più tre. Si è secondi alla vigilia di tre partite interne su quattro, in un mese di ottobre che potrebbe segnare una vera rivoluzione di valori. Le grandi che soffrono, eccezion fatta per la Juventus, hanno tanti pensieri per la testa (vedi Champion’s), e le piccole che hanno invaso la vetta, così piccole non sono. Juventus e Cagliari hanno il vantaggio di non dover giocare in Coppa. Noi Isolani aspettiamo il Siena alla ripresa con il Napoli a seguire per un match che potrebbe valere addirittura il primato. Prospettive che devono tenere conto di avversarie agguerrite. L’Udinese sono anni che si avvicina al miracolo. C’è da non perdere d’occhio la Roma che pian piano risponde alle sollecitazioni di Luis Enrique. Volare è piacevole ma volare basso è d’obbligo per evitare sorprese. Siamo secondi e ancora non ha segnato Nenè,  ha faticato El Kabir, non abbiamo ancora sfruttato a pieno il valore di Ibarbo, Ekdal e Rui Sampaio. Si vola ma non si dimentichi come si cammina. Godiamoci ora il grande momento per respirare ossigeno puro. Così ci si abitua. Chissà non possa essere questa la dimensione di una nuova primavera di quei popoli abituati a soffrire. Una nuova rivoluzione di ottobre.