
La politica orizzontale
- Giugno 25, 2013
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Non sto proponendo nessun concetto nuovo. Sto semplicemente tornando ai bisogni primari dell’uomo che nell’ambiente di appartenenza ha cercato di che vivere. I bisogni che uniscono e che sono alla base delle organizzazioni sociali fin dai tempi primitivi. Quando ancora le filosofie non esistevano era il senso pratico che primeggiava e che ha permesso l’evoluzione della specie. Solidarietà e condivisione sono le qualità fondamentali del vivere insieme. Solo così 1+1 non fa solo 2. Potrebbe fare 4 perchè se ciascun problema può disporre del doppio contributo dimezza le difficoltà. La politica orizzontale è quindi un ritorno all’essenza della società, disgregata dalla politica verticale fin nella ricerca dei bisogni primari. La politica verticale è la frammentazione delle risorse, è la resistenza ad unirsi, è l’ incitazione a combattersi. È la creazione nella società di uno stato di ferocia in cui il più tenta di sopraffare l’avversario per creare selezione in una costante competizione per guadagnare i posti vicini all’apice della piramide sociale. È il risultato di 1 contro 1 o di 1>1 in cui due unità entrano in concorrenza e il cui risultato è al massimo 1 se si riesce a rendere il concorrente 0. La politica orizzontale quindi si propone di ridare forza alla società attraverso l’unione, la solidarietà, la condivisione. Attraverso la sinergia che non somma ma moltiplica la forza dell’individuo. Puntando ai bisogni primari della società. Quelli che dovrebbero essere garantiti costituzionalmente per il sostentamento, la cura e la formazione, ma non possono essere il prodotto della società della concorrenza spietata, delle specuazioni, dei conflitti e delle divisioni in onore della retorica e della filosofia, bisogni almeno secondari dell’uomo.