
LA MIA DOMENICA DELLE SALME
- Ottobre 9, 2013
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I furbetti del quartiere, gli incapaci di borgata, i generali di Arlecchino. Siamo circondati. È inutile tentare di scappare. Non c’è scampo. Il sistema ha prodotto una società in cui è difficile scorgere un punto di crescita. Di uscita sì, di crescita no. No, finché ci saranno sovrastrutture mentali e disorganizzative, fondate sulla ignoranza e sulla conservazione dei privilegi. Puoi sbattere le ali anche a velocità supersonica che tanto non ti fanno volare. Ci si mette la cupola in cui vai a sbattere se osi avvicinarti al lampadario che fa luce. Ci si mette la melma che sta alla base quando cerchi un solido punto di partenza. Ci si mettono i volubili umori di chi non conosce altro dio al di fuori di se stesso. Non basta neanche dare l’esempio perché l’idea che ci si fa di te è che sei un cretino credulone del quale non si può fare a meno di approfittarne. Triste. Non c’è punto di crescita, rimane solo il punto di fuga. Dopo aver tentato di andare sopra e sotto, a destra e a sinistra, di essere rimasto fermo capisci che non ci stai a fare niente in certi contesti, PUNTO. Devi prendere atto del tuo disadattamento, dell’incapacità a speculare, a cospirare e a prostituirti. Della inadeguata voglia di fare che disturba chi non vuole bagnare il proprio stipendio con il sudore, visto che basta la saliva. Un piccolo angolo di mondo, due amici veri, un po’ di poesia e la fuga. Non è rimasto altro. La mia domenica delle salme è vicina e nessuno si spaventi se vedrà un cannone nel cortile. Guai a chi si avvicina senza permesso.
Davide Zedda
De Andrè e il cugino De Andrade nella domenica delle salme. Ti sono vicino Vittorio.