Sono indispensabili per il Governo Letta le basi militari di Quirra, Teulada e Capo Frasca. Sono irrinunciabili gli F35 e non sono indispensabili invece i canadair e i vigili del fuoco in numero adeguato in una terra che ogni anno fa i calcoli delle migliaia di ettari bruciati. La guerra e il fuoco che producono un unico enorme danno all’Isola e ai Sardi ma che sono il prodotto di strategie solo apparentemente contraddittorie. Perché più militari e poligoni e meno risorse per combattere l’atavico problema degli incendi? Perché la Sardegna è periferia, è sobborgo, è quartiere in cui concentrare la distruzione. Come le industrie inquinanti, come le trivellazioni, come i rifiuti speciali, come il nucleare. Sono tutti frutto di una stessa idea razzista che confina in Sardegna tutto ciò che è pericoloso. Tanto i Sardi sono pochi, sono pazzi se non (come teorizzò il Lombroso) geneticamente delinquenti, sono disuniti. La guerra al fuoco si può combattere e non è solo una battaglia culturale. E’ un intervento deciso in termini strutturali che porti al controllo del territorio. Il controllo del territorio deve essere nostro, tanto da non lasciare che il suo destino venga ucciso nelle aule romane. L’ignoranza va combattuta su tutti i fronti per difendere la nostra terra. Dai primitivi concetti come dalle elaborate teorie. Dagli adoratori del fuoco agli speculatori della terra. Dai miseri e ignobili piromani e dai Signori delle Armi e dalle lobby internazionali. In nome della terra che piange e dei suoi figli che muoiono o che partono. Prima che tutto bruci e che i veleni ci estinguano.