
LA FESTA DEL FALLIMENTO
- Ottobre 20, 2013
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È stato un sollievo ritornare al Sant’Elia. Come quando ti passa il mal di denti che ti ha tormentato per lungo tempo. È la normalità, sei un po’ invecchiato, ma aver superato il dolore ti fa sembrare il mondo più bello. Quello che è capitato al Cagliari e ai suoi tifosi. È passato il mal di trasferta che poteva diventare malattia terminale. Eppure da quello stadio si era andati via pensando di poter avere qualcosa di meglio. Allora si rifiutava uno stadio a pezzi. Si puntavano i piedi perché l’uno pretendeva dall’altro che si pagassero i debiti e/o si facessero i lavori. Si è andati via dal Sant’Elia con l’idea di poter avere uno stadio nuovo in tempi brevi, non aspettando, non dialogando. Un progetto che si è rivelato un fallimento. Sono passati diciannove mesi e ci si ritrova nello stesso spazio, ancor più invecchiato. L’importante è essere a casa, in Sardegna. Accontentarsi del poco, di godere di una terra che si distingue. Lontana dal resto del mondo, anche dal resto dell’Italia. Accontentarsi di avere mezzo Is Arenas trasportato in uno spazio diverso. Anche questo nato per il calcio, ma più grande, tanto da non calpestare vincoli naturalistici e da non infastidire i tempi della burocrazia. Ieri è stata una festa. La festa del sollievo ma anche di un fallimento. Guai pensare all’apoteosi. Si è solo riavvolto il nastro, sprecato per 565 giorni. Dal 1 aprile del 2012 si riparte. Con lezioni indiscutibili. Ora la Cagliari Calcio ha pestato il muso. L’Amministrazione Comunale di Cagliari ha avuto ciò che voleva e ha scampato il rischio di dover gestire direttamente un rudere. Si riparte dal fallimento dell’idea di cambiare città. Si riparte con l’obbligo morale e civile di fare qualcosa di meglio. Di realizzare un progetto senza farlo fallire: avere uno stadio nuovo per il Cagliari e un Centro Sportivo per Cagliari e la Sardegna. Ripartendo da ciò che si è montato e smontato ad Is Arenas. Dove i fenicotteri e i loro amici potranno dormire sonni tranquilli.
Angelo
Ieri è sembrato lo sbocciare di un fiore nel bel mezzo della notte! Anche Zedda che, intervistato da Videolina, dice:” Da qui deve nascere il nuovo stadio che diventerà una struttura polivalente. Non solo da utilizzare una volta ogni 2 settimane ma, creando attrattive come ristoranti, negozi ecc.., riusciremo a dare un volto nuovo a Cagliari!”. Vittorio te lo dico alla sarda…spereusu!
giuliofarina
la più completa ed equilibrata sintesi di cosa è successo negli ultimi due anni…
Pietro.
Concordo. Ora sid eve avere un solo obiettivo: “costringere” Comune e Cagliari Calcio a trovare un accordo sul futuro stadio. Senza se e senza ma.
L’alternativa è il disastro.
garuax
Sostengo che sia impossibile tentare di illustrare cosa sia realmente accaduto durante questo anno e mezzo senza mettere in mezzo la mafia, Italia ’90, eventuali rapporti di Zedda con Napolitano, addirittura il PCI, eventuali finanziamenti pubblici su cui ipoteticamente lucrare, un fondo di emergenza destinato ai cittadini che è stato consumato solo per riavvolgere il nastro.
L’aspetto lucido di questi 560giorni è una rappresentazione fedele di cosa sia l’Italia, del perchè stia fallendo.
Il popolo sardo ha reagito civilmente, a differenza di quanto sarebbe accaduto in altre città, dove ci si picchia e ci si offende per molto meno.
Anche perchè, reagire in pochi, non serve a niente.
Angelo
Consiglio di vedere il servizio di Videolina:
http://www.videolina.it/video/servizi/52628/il-cagliari-su-is-arenas-il-comune-ci-ha-costretto-all-esilio.html
Vittorio Sanna
Ancor prima del servizio conoscevo la diatriba ma non faccio parte di nessuno dei due eserciti e mi guardo bene dallo schierarmi in una vicenda così dolorosa e complessa. Preferisco analizzare con distacco e freddezza gli effetti.
giovanni
secondo me apriranno lo stadio a 16000 posti per Cagliari-Roma
Angelo
L’anno prossimo!?
Angelo
Altra novità nel fronte S.Elia: I lavori di ristrutturazione dello stadio Sant’Elia sono stati bloccati quando il Cagliari Calcio ha scoperto che la società che si era aggiudicata l’appalto (la Clarin Italia s.r.l.) è stata messa in liquidazione e ha fatto istanza di ammissione al concordato preventivo.
Altro che storie all’italiana!! A’ sa sadra!
Angelo
Da Unione sarda
I lavori allo stadio Sant’Elia: parla il direttore tecnico dell’impresa Clarin Italia Tribune. “Il Cagliari non ci ha pagato. La prossima settimana querela in Procura”.
Il Cagliari ci deve molti soldi dice subito Roberto Rossi, direttore tecnico di Clarin Italia Tribune, la società che ha rilevato la Clarin Italia. Crediti a parte, nel cantiere del Sant’Elia ci sono materiali da utilizzare per un milione e 200mila euro che la società non riesce a portare via. E intanto Roberto Rossi direttore tecnico Clarin Italia Tribune ai microfoni di Videolina denuncia: “Il Cagliari Calcio ci deve 500 mila euro”.
“Anche per quella cifra la società è stata ceduta – dice Rossi -, ma non siamo decotti. L’ultimo intervento è stato a Cagliari per la Fed Cup a Monte Urpinu. Ma certo da Is Arenas a Sant’Elia le spese sono state altissime”.
E poi l’allestimento per il Papa. Un omaggio del Cagliari. Ma Rossi ribatte: “Abbiamo pagato totalmente noi. Per fare l’allestimento del santo Padre la mia società ha anticipato soltanto di spese vive 108mila euro”.
Clarin insomma non ci sta. E Rossi è pronto ad andare in Procura per presentare la sua querela.
Siamo alla frutta! Ma dove sta la presa in giro!?