
IL BASTONE E LA CAROTA
- Agosto 1, 2013
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Bastone e carota, un binomio che ha fatto l’educazione nei secoli dei secoli. Oggi il bastone molti lo hanno messo al bando e solo la carota rientra nei loro canoni educativi moderni. La disciplina è un concetto antico, non si addice ad una società moderna in cui si pretende che tutto venga compreso fin dalla tenera età. Non esiste più lo stretto e concreto rapporto tra causa ed effetto. Una volta l’educatore stabiliva un metodo che potesse essere adatto alla personalità del singolo bambino o dell’insieme dei bambini. Metodo che cambiava da società a società a seconda della cultura a cui si rapportava. L’insegnamento per classi prevede regole e strategie diverse rispetto all’insegnamento individuale. In quest’ultimo caso il precettore è continuamente chiamato al controllo uno a uno. Stabilisce codici di comportamento e strategie operative del tutto personalizzate. E’ la fase dell’egocentrismo educativo, parallelo a quello che recita la psicologia evolutiva, a sua volta impegnata a gestire le filosofie ispiratrici. Non esiste una educazione esportabile e applicabile per tutti. Non esiste nei singoli casi ma non può esistere neanche nelle mille dinamiche che si creano quando gli individui si incontrano. In questo caso cambia tutto. Le regole devono essere oggettive. L’applicazione non deve creare ingiustizie. L’operato dell’educatore deve essere autorevole prima che autoritario. Ma senza che l’autorità venga esclusa perché talvolta a quella ci si deve appoggiare per indurre a “provare” atteggiamenti diversi da quelli inadeguati e male educanti. La vita è fatta di bastone e carota, di gioie e dolori. Le punizioni esistono anche nei giochi e funzionano con esclusioni, isolamenti e squalifiche. Il dolore è un linguaggio, con il corpo il bambino apprende. Certo deve essere utilizzato per dare un senso alle cose, non essere la finalità della punizione, non deve sconfinare nella violenza. Fare in modo che il bambino conosca l’effetto del calore senza farlo bruciare, facendogli percepire il pericolo, la negatività di una esperienza che va isolata e censurata. Ricondurre un comportamento scorretto ad un effetto negativo non credo che possa definirsi violenza. Pensare che la carota possa soppiantare del tutto il bastone è il modo giusto per disorientare le nuove generazioni, per buttarli nel mucchio sociale senza il minimo concetto del costo dell’errore. Dopo il decennio di immunità, si ritrovano impreparati a gestire l’errore. L’errore diventa un marchio, molte volte una storta da cui è difficile riprendersi. Si rischia di farli bruciare irrimediabilmente invece che avvicinarli pian piano alla selezione aspra che fa la società. E bisogna cominciare dalle regole basilari, che siano regole scolastiche, regolamenti sportivi, comandamenti religiosi o quant’altro. Regole a cui corrispondono effetti positivi o negativi. Bastone o carota. Con il concetto di fondo dell’equilibrio. Elemento su cui si fonda l’intera natura.