
IL GRASSO MAIALE
- Gennaio 18, 2014
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Forse troppo presi dalla corsa. Forse incastrati dal sistema. Certamente incapaci di fermarci a riflettere. Ma che senso ha tutta la nostra esistenza? Qual è il fine ultimo se non VIVERE e VIVERE SERENI. Solo quando gli anni alle spalle sono più numerosi di quelli davanti cerchi di capire che cosa stai costruendo. Qualcuno dice UN FUTURO. Un futuro per chi se io ci sono adesso? Un futuro per i figli che poi costruiranno un futuro per il loro figli. E il presente? Il presente è la più grande ricchezza che abbiamo. È la ragione stessa della nostra esistenza. Vivere, per goderci ogni attimo della nostra concatenazione naturale. Perché poi, tutti i piaceri si riconducono a relazioni naturali. Relazioni affettive o amorose, relazioni riconducibili ai nostri sensi, comunque sempre relazioni con il mondo che ci circonda. Soddisfare la sfera di bisogni, circoscritta dal limite di ogni uomo dovrebbe essere il fine ultimo. E invece l’uomo continua a ricercare lontano da sé. Aliena l’idea del suo piacere nell’accumulo di risorse. Lavoriamo in una società per tenere in piedi il regime parassitario di chi ha troppo di più di quel che sarebbe utile per dare un senso alla propria vita. Trascurando di compensare la fetta di società che non riesce ad avere il minimo indispensabile per sopravvivere. Sosteniamo la società per pagare i privilegi della casta, non per dare pari opportunità a chi socialmente più debole. Non stiamo pagando per un sistema sanitario efficiente. Non stiamo pagando per servizi al cittadino. NOn stiamo pagando per una scuola decente. Stiamo pagando per le spese del maiale sempre più grasso. Ogni ruolo eccessivamente compensato è una voragine nell’equilibrio del mondo che dalla natura trae le proprie risorse in un dare e avere concatenato che se si spezza fa sprofondare tutti. Pensiamoci un poco, alle nostre sofferenze, ai nostri sacrifici. E pensiamo a come siano poi i momenti intimi, la famiglia, gli amici, il vero piacere che viviamo. Solo così potremo sopportare meno la corsa, l’incastro di un sistema che ci ha ingaggiato per alimentare l’accumulo di ricchezze e la distruzione di fasce deboli di società. Richiamandoti al dovere di fare arrivare al vertice le risorse, non diversamente da qualsiasi società di carattere imperiale. Contribuendo anche noi alla costruzione della piramide che provoca il dolore dell’uomo. Sotto il ricatto della falsa morale che ti fa credere che chi si ribella sia pericoloso. E invece è pericoloso continuare a sostenere la macchina della rovina.