Mi ero ormai abituato al Cagliari della continuità. Quello seminato tanti anni fà, potato e curato da Ballardini, seguito senza grandi modifiche da Massimiliano Allegri. Due allenatori in 28 mesi. Sembrava essere la stagione della maturità. La consapevolezza che il calcio è uno sport di relazione e che il fuoriclasse può essere la squadra si era metabolizzata. E’ cambiato tutto. Ed è cambiato andando incontro ad un ritorno al passato che diventa preoccupante. Dopo la paura del tradimento di Allegri non si riesce ad avere una nuova relazione. Ficcadenti è il quarto allenatore dei successivi 15 mesi. Il doppio di allenatori nella metà del tempo precedente. Un segnale. Un segnale forte. Perchè poi la squadra è cambiata relativamente. Lo zoccolo duro è lo stesso. Si è perso qualcosa in attacco ma si è scoperto un fuoriclasse a centrocampo come Nainggolan. Nenè non è ancora stato il cannoniere che può essere e uno tra Ibarbo, El Kabir e Thiago Ribeiro, almeno uno potrebbe compensare al vuoto lasciato da Matri e Acquafresca. Forse non si tratta solo di mercato. Manca certamente qualcuno per completare il reparto. Ma soprattutto è la serenità che è venuta meno. E con essa la certezza dei nostri mezzi. Forse solo per noi che siamo tifosi. Ma non si può escludere che una nave nella tormenta non provochi malesseri anche ai giocatori che non sono solo passeggeri. Non ci resta che affidarci alla nostra fede. Di colore rossoblu. Nostra, perchè per altri è soprattutto il colore dei soldi