
DUE PIEDI IN DUE STADI
- Agosto 23, 2013
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L’arte pedatoria non si può esprimere giocando a cavalcioni tra due stadi. È per questo che il Cagliari giocherà ancora a Trieste, perchè ha un piede ad Is Arenas e uno al Sant’Elia. Non basta per poter giocare in Sardegna. Non basta e non pone prospettive rassicuranti. Se ci fosse una prospettiva concreta, una certezza, non ci sarebbe bisogno di tenere un piede anche nell’altro stadio. Massimo Cellino è disperato e cerca la soluzione su due tavoli. Il primo, Is Arenas, è quello che un bambino, ingenuo, apoliticizzato, spontaneamente e libero da cavilli burocratici, identificherebbe come la soluzione più facile. Ma era così anche dieci mesi fa ma malgrado questo è successo il finimondo. Allo stesso bambino risulterebbe difficile pensare che in meno di un mese si possa riaprire il Sant’Elia. Pestate le mani per aver preso possesso del funzionale Is Arenas stenta a capire come tutti i cavilli possano essere superati. Le norme e le misure di sicurezza dovrebbero essere le stesse in uno stadio che bene che vada rimarrà un cantiere per tre quarti della sua struttura. Non si vuole sollevare il problema scenografico, già triste a suo tempo con la doppia tribuna deserta. Si vuole pensare solo all’agibilità, parola che terrorizza e che è stata alla base di tutte le disgrazie. A cavalcioni tra uno stadio e l’altro con le parti intime strette e incastrate tanto da non potere urlare. Una sofferenza che accomuna. Finchè non verrà liberato il Cagliari e i suoi tifosi, desiderosi di poter urlare insieme. Mai come in questo caso, una liberazione. La fine di un tormento scandito dallo stillicidio che batte da uno stadio all’altro.
Pietro.
Signor Sanna…lo sa benissimo anche lei che i cavilli e le leggi che regolano uno stadio PRESISTENTE e uno ex novo (Is Arenas) sono diverse.
Il S.Elia riaprirà e sarà bellissimo riavere IL Cagliari Calcio nella Sua Città, MA sarà ancora più bello se tutto ciò sarà il preludio ad un accordo per il NUOVO S.Elia.
Siamo a poco, forse pochissimo, da un trionfo: per la Città, per i tifosi, per chi ama il Cagliari Squadra e la Cagliari Città.
Remiamo finalmente tutti dalla stessa parte, quella della ragione, perchè la passione va messa in campo durante la aprtita ma non quando si discute di affari e regole. Lo si sapeva anche 2 anni fa quando in un gesto d’impeto si pensò che abbandonare uno stadio e rifarne un’altro poteva sembrare una barzelletta, e invece era una follia.
Lo stadio del Cagliari è solo uno ed è il S.Elia, perchè è la soluzione più normale e più facile, lontana da aeroporti, parchi, stradine di periferia varie. La soluzione più logica insomma. Da Squadra che punta a fare il salto di qualità vero e non di certo a giocare in uno stadietto prefabbricato montato in 2 mesi in quel della tristissima periferia Quartese….
Ora che la stagione, salvo 3-4 partite, è salva a quanto apre, è troppo importante che i media concentrino l’attenzione sul futuro del S.Elia però, pressando sia il Comune che Cellino affinchè si mettano d’accordo. Senza se e senza ma. O il futuro tornerà fosco.
Vittorio Sanna
Anche io, come Lei, sono un inguaribile romantico e spero che quello che scrive sia tutto vero. Purtroppo ci sono momenti in cui, da giornalista, mi devo soffermare sulla realtà. La realtà dice che il Cagliari ha due piedi in due stadi e ho cercato di spiegare le ragioni. E’ vero che il trattamento di Sant’Elia e di Is Arenas da parte di norme è leggi è diverso, visto il periodo di nascita, ma è altrettanto vero che ci sarà da rendere sicura la parte da aprire al pubblico. Non mi sono inventato le perplessità ma le ho raccolte. La concessione dell’agibilità al pubblico non sarà fatta con leggerezza. Se le cose saranno fatte per bene, non ci saranno problemi. Ma non è roba da bacchetta magica. Come detto in altra occasione, spero che tutto si risolva presto e bene perché anche a me, aldilà del mestiere, sta a cuore la sorte della squadra. Il futuro non sarà fosco per eventuali mie cattive interpretazioni: il futuro sarà fosco se la realtà sarà fosca, non il mio stato d’animo. Saluti
Marco
Signor Pietro
ma l’articolo 1 del decreto pisanu, che copio e incollo ,
vale qualcosa?
ART. 1
CAMPO DI APPLICAZIONE
Sono .soggetti alle presenti disposizioni i complessi e gli
impianti sportivi di nuova costruzione e quelli esistenti, gia’
adibiti a tale uso anche se inseriti in complessi non sportivi, nei
quali si intendono realizzare variazioni distributive e/o funzionali,
eccetto gli interventi di manutenzione ordinaria di cui all’art. 31
lettera a) della legge del 5 agosto 1978, n. 457, nei quali si
svolgono manifestazioni e/o attivita’ sportive regolate dal C.O.N.I.
e dalle Federazioni Sportive Nazionali riconosciute dal C.O.N.I.,
riportate nell’allegato, ove e’ prevista la presenza di spettatori in
numero superiore a 100.
I suddetti complessi o impianti sportivi, nel seguito denominati
impianti sportivi, devono essere conformi oltre che alle presenti
disposizioni anche ai regolamenti del C.O.N.I. e delle Federazioni
Sportive Nazionali e Internazionali.