Avevano fatto presto a pensare che il richiamo del denaro avrebbe travolto anche lui. Ma c’è altro nella vita di un uomo che non è il complesso sistema del denaro. E’ il gioco a cui partecipi, è il mestiere che fai, è il luogo che vivi. Davide Astori ha dimostrato che c’è ancora nel calcio il polline degli antichi campioni, quelli che la “proposta indecente” la sanno rifiutare, che sanno aspettare per dare un senso alla loro vita che cambia, non facendola derivare dal solo denaro. Non credo, anche se lo spero, che Astori rimarrà sempre a Cagliari. NOn credo finchè il Cagliari non saprò alimentare i sogni, non proietterà le sue speranze al di sopra di concreti e difficili obiettivi che oggi non superano la salvezza. Lo spero non solo perchè Astori è un ragazzo d’oro ma anche perchè significherebbe che il tante volte promesso salto di qualità sarà arrivato. Intanto celebro un rifiuto, educato ma di grande valore. Più forte dei soldi. Nato da chi in famiglia conosce il grande significato del lavoro e dell’umiltà. Non scambiando questa semplice parola (umiltà) con il significato povero che gli si dà. L’umiltà è la più grande ricchezza di chi diventa grande. E’ un seme che diventa campo di grano per regalare un proficuo esempio ad un calcio fatto di avvoltoi che speculano sui vecchi sogni di bambini dietro ad un pallone. Le luci di una finale, la sigla di un successo, il clamore di una vittoria non ci sono soldi che la pagano. In Russia c’erano forse solo i soldi.