
Contratti di Solidarietà
- Agosto 23, 2011
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Non potrei riuscire mai a raggiungere l’oblio al Billionaire. Costerebbe troppo una sbronza. E non ci sarebbero molti disporsi a pagarmela: non ho da vendere carne fresca e lucente. Per questo mi sembra ridicolo lo sciopero dei calciatori. Perchè al Billionaire (e in situazioni simili) si trovano spesso anche loro. Cercare di spendere i troppi soldi che guadagnano consegnandoli a squali, sciacalli e parassiti. Se fosse un problema di sbronze e felicità avrei un bel pò di amici da indicarvi: una minima spesa e divertimento annebbiato garantito. Birra più di champagne (o presunto tale). Il nodo è un altro: avere troppi soldi da non sapere come spenderli. Nobile il principio dei calciatori che minacciano lo sciopero a tutela di un articolo del contratto collettivo che rischierebbe di danneggiare chi guadagna duemila euro al mese e viene messo fuori rosa, tanto da essere ceduto alle stesse condizioni contrattuali. Nobile perchè un calciatore non può giocare per 35 anni (salve prossime manovre finanziarie) e fino a sessantacinque (salve le stesse prossime manovre). Nobile ma ipocrita. Perchè ciò che è stato ora fissato istituzionalmente (tassa di solidarietà) poteva essere solidarietà e basta. La stessa quota si sarebbe potuta detrarre dai contratti milionari dei colleghi privilegiati per destinarla a quelli “sfigati” (molto spesso per treni che non passano e non per reali inferiori capacità). Ipocrita come il provvedimento stesso. Perchè invece che mettere le mani nelle tasche degli Italiani che pagano le tasse (altrimenti non sarebbero riscontrabili i redditi) si potevano mettere nelle tasche di quelli che evadono (molto spesso gli stessi che legiferano). In sintesi chi guadagna troppo, tanto da dover rischiare di non ubriacarsi con 85.000 euro di champagne, potrebbe decidere di ubriacarsi con un centinaio di euro (vi indico se volete gli indirizzi) e destinare una parte dei loro immorali guadagni al resto del Paese che soffre. Demagogia? E’ la parola usata dai carnefici che piangono con le vittime, nascondendo in modo bastardo che la rovina della Società sono proprio loro che non hanno misura. Non conoscono il prezzo minimo del quotidiano e l’innalzano solo perché non sanno dove mettere i loro profitti. Per poi fare la morale. E dopo ogni sbronza spesso si vomita. E io mi sto sbronzando scolando bottiglie di paradossi sociali
Rocco
Tutto giusto Vittorio, ho sempre mal sopportato chi si nasconde dietro la parola “demagogia” quando si fanno notare sperequazioni immorali che siamo costretti a subire pressoché quotidianamente.
Ogni volta che si tira fuori il discorso dei troppi guadagni di alcuni a discapito di altri, specialmente tra la categoria “protetta” dei calciatori, ecco che spunta fuori la parolina magica ad hoc, per non dare risalto a nulla, per farti passare da demagogo e quindi da capopopolo dei deboli.
Tutto, in questo mondo, è in funzione del profitto, il massimo possibile, dato in mano a persone dallo snobbismo evoluto, visti con occhi di riguardo da chi come noi, “comuni mortali”, alle volte, non riceve neppure un saluto o un sorriso, tanto sono pieni di se.
E noi, “comuni mortali”, abbiamo le nostre colpe, perché per una passione che ci coinvolge nell’animo, con i nostri sacrifici (abbonamenti, pay Tv e mechandising, etc..) alimentiamo sostanziosamente questa “ruota”, finendo però, nella scala di valori, a “ruotini di scorta”.
alessandro alfonso
condivido TUTTO.
Fab
Io invece non condivido.
Credo sia più utile per la categoria avere un contratto nazionale che tuteli i deboli, non tanto dal punto di vista degli ingaggi, quanto dal mobbing di alcuni presidenti. Il nodo cruciale, ossia quello della possibilità di far allenare a parte giocatori che non rientrano “nei piani della società”, sia qualcosa di disonesto e inammissibile, così come tutte le altre proposte che mirano, esattamente come per tutti gli altri contratti nazionali oggi in discussione, a tagliare i diritti per i lavoratori e ad aumentare i profitti dei datori di lavoro.
Basta vedere chi si espone da un lato (Zamparini, Lotito, Galliani, Preziosi e simili loschi figuri) e dall’altra (Tommasi, giocatore e uomo al di sopra dei sospetti) per capire che c’è dell’altro nel mondo del pallone. Non solo calciatori da Billionaire.
E se io fossi un anonimo mestierante in Lega Pro, seconda divisione, vorrei lo stipendio e un contratto rispettato e non certo l’elemosina dei colleghi ricchi.
Con simpatia,
Fab.
Vittorio Sanna
Non si tratta di elemosina ma di PATTO SOCIALE per categoria. Altrimenti rimane la situazione attuale che non mi pare sia florida. Nel calcio come nel resto della società. E a pagare saranno gli onesti che lavorano che verranno tassati anche per l'”elemosina” che gli altri non sono disposti a versare. Con simpatia reciproca
Simone
Scusa Vittorio, ma se i giocatori prendono milioni secondo te di chi è la colpa? è la loro? o delle società che non sanno gestire un vivaio e si buttano al gioco al rialzo, versando denaro preso magari dopo aver risparmiato nella sicurezza delle raffinerie?
attenzione a non fare involontariamente il gioco del lupo, che in questo caso sta cercando di aizzare con pura demagogia la povera e purtroppo in gran parte nesciente gente contro chi reclama dei diritti che spettano a qualsiasi lavoratore, a prescindere dallo stipendio che prende
Vittorio Sanna
Credo che debba dedicare il mio tempo libero e il mio pensiero a problemi di ben altra dimensione, compresi i miei diritti che sono almeno altrettanto calpestati senza che Cavalieri della Tavola Rotonda sfoderino la spada in favore delle mie lotte. Conoscere i dati relativi al lavoro in Sardegna? Sapete che garanzie assistenziali ha un qualsiasi altro lavoratore, pensionato o disoccupato? Sapete con quale facilità può essere licenziato un qualsiasi lavoratore? Per favore, diamo il giusto peso
GIANNINO DA SS
IN VERITA’ VI DICO CHE VITTORIO STA METTENDO LE MANI AVANTI PERCHE’ ERA IN COMPAGNIA DEI RUSSI CHE SI SONO SGOLATI 86000 EURO AL BILLIONAIRE AHAHAHAHAH
Alex
L’eventuale sciopero non riguarda minimamente gli stipendi né il contributo di solidarietà, che il rappresentante dell’Aic Tommasi ha già detto che verrà pagato dai calciatori.
Mi sembra si stia facendo un minestrone di vari luoghi comuni sui calciatori. In realtà ciò di cui essi si lamentano è il fatto che la lega non abbia ancora firmato l’accordo (che già era stato raggiunto da tempo) col quale si assicurava a tutti i giocatori sotto contratto (anche a quelli “non più graditi”, leggi fuori rosa) di potersi allenare con il resto della squadra anziché essere trattati come degli esclusi, magari per il solo fatto di non voler firmare un rinnovo di contratto (vedi caso Pandev con la Lazio).
è un discorso di diritti dei lavoratori che non ha nulla a che fare con gli stipendi percepiti o i “vizi” degli stessi. è un discorso di RISPETTO DELLE REGOLE a cui entrambe le parti, società e calciatore, decidono di attenersi nel momento in cui sottoscrivono un contratto.
Tra l’altro, dal mio punto di vista, i calciatori non dovrebbero nemmeno pagare la tassa di solidarietà, ma dovrebbero essere le società a farlo in quanto nella maggior parte dei casi i contratti che vengono stipulati considerano il versamento dello stipendio AL NETTO DELLE TASSE. Ciò significa che qualsiasi altra tassa aggiuntiva debba essere in ogni caso pagata dal datore di lavoro. è una prassi comune in tutti i campi, non è un “privilegio dei calciatori viziati”.
Aggiungo che è colpa dei Presidenti che propongono ai calciatori stipendi netti. Li obbliga forse qualcuno? non mi pare. Se sono ricchi i calciatori lo sono ancora di più i presidenti, per cui non capisco davvero questo accanimento nei loro confronti.
Vittorio Sanna
Il mio “accanimento” (aggettivo che qualifica un intervento e che pertanto lo inquina negativamente) non è nei confronti dei calciatori: usa l'”accanimento” demagogico dei media per un parallelismo con la società che nel calcio riversa qualsiasi onirica rappresentazione o frustrazione, vivendo il sogno o il disprezzo. E’ la società che dovrebbe recuperare il concetto della solidarietà economica, cosa che non esiste e sulla quale tentava il mio articolo di riportare. Probabilmente senza riuscirvi. Quindi mi assumo le responsabilità della mancata corretta capacità comunicativa
Rocco
Mi era parso di capire che l’articolo andasse letto sotto una lente diversa da quella, fin troppo focalizzata, del contributo di solidarietà o del contratto collettivo dei calciatori.
Mi era parso altresì palese che il concetto verteva su problematiche sociali un po più ampie.
Sbaglio? Forse l’ho letto con poca attenzione?
Vittorio Sanna
La mia intenzione corrisponde alla tua lettura
Alex
Vittorio, sul fatto che sia eticamente e socialmente discutibile che dei calciatori prendano tanti soldi e li sperperino in modo a dir poco umiliante (per chi non ne vedrà tanti in tutta la propria vita) siamo d’accordo.
Non sono d’accordo invece che il fatto di percepire lauti stipendi debba rendere ridicolo un loro eventuale ricorso allo sciopero, come espliciti ad inizio articolo (mi sembra che questo tuo pensiero sia chiaro, o sbaglio?). Specie se le motivazioni riguardano la difesa di normative che rientrano nel normale svolgimento del rapporto di lavoro e non hanno nulla a che fare con richieste di aumento di stipendio o quant’altro. Io personalmente non ci vedo nessuna ipocrisia. Si tratta solo di difendere dei diritti in quanto lavoratori. E si tratta di difendere tutti. Ovvio che se si esponesse una delegazione di Lega Pro, Abete gli riderebbe in faccia. Ma se a farlo sono calciatori di serie A, allora ecco che si decide di contrattare. Ma il fatto di percepire lauti stipendi non gli può automaticamente impedire di difendere i propri diritti. Anche perchè quegli stipendi gli vengono offerti da un mercato (giusto o sbagliato che sia è comunque la risultante di una dialettica tra domanda e offerta), non vengono da essi rubati o estorti (per non parlare poi della classe politica, che lo stipendio se lo dà da sé senza alcun riscontro col mercato). Il concetto di solidarietà sociale parte proprio da qui. Ogni categoria ha diritto a lottare per difendere i propri diritti, se questi vengono violati. Non vedo cosa ci sia di male in ciò.
Perché invece non si fa mai un discorso sull’ipocrisia dei presidenti che prima offrono contratti faraonici e poi, proprio per la loro incapacità di spendere oculatamente, chiedono aiuto allo Stato perchè rischiano di far fallire le proprie società?
Secondo me l’assenza di quella solidarietà economica che tu citi, si evince proprio dal comportamento dei presidenti, più che da quello dei calciatori…dalle assemblee di Lega…quelle interminabili riunioni nelle quali i presidenti litigano per non voler spartire parte dei loro lauti guadagni con la serie B, perchè vogliono tenersi tutta la torta…è lì che si vede l’ipocrisia di chi detiene gran parte del potere economico dell’industria calcio….
Potere economico spesso ottenuto calpestando proprio quel concetto di solidarietà sociale distrutto negli ultimi vent’anni attraverso le politiche economiche messe in atto da un paese che si genuflette dinanzi a farabutti ai quali è consentito di far rientrare capitali dall’estero, esportati illegalmente, però magari multa di 400 euro un cittadino perché ha buttato i rifiuti umido-organici fuori dall’orario consentito…
è evidente che c’è un controsenso mostruoso in tutto ciò.
Chi grida allo scandalo per uno sciopero di questo tipo, secondo me sta proprio andando nella direzione opposta a quella di chi vuole una riaffermazione del principio di solidarietà, utilizzando i soldi percepiti come discriminante per valutare se scioperare rientri nei diritti di chi vuole mettere in atto lo sciopero o sia eticamente corretto o ipocrita, e magari alludendo a comportamenti discutibili di alcuni di essi per sostenere che i calciatori debbano chiudersi la bocca e sottostare alle bizze dei propri datori di lavoro.
Vittorio Sanna
Io non sono stato chiaro nel mio pezzo. Ma oltre ai Presidenti e ai calciatori (guerra tra ricchi) ci sono anche altre componenti sociali. Anticamente chiamate e raccolte in “Stato sociale”. Ma se vogliamo limitare il discorso a Presidenti contro calciatori, fai pure. Io sto dalla parte di chi ha pochi privilegi, molti obblighi, ed esagerati sacrifici quotidiani da assolvere
Vittorio Sanna
Per fortuna continuo a non vedere solo calcio
Alex
Anche io sto dalla parte di chi ha pochi privilegi, e proprio per questo non capisco in che modo lo sciopero dei calciatori dovrebbe rappresentare l’ipocrisia della società odierna. Proprio perché, al contrario, le motivazioni dell’eventuale sciopero riguardano proprio il rispetto di diritti contrattuali, non il mantenimento di qualsivoglia privilegio di cui essi godono. tutto qui. Io anzi lo vedo proprio come un esempio di quanto le categorie di lavoratori potrebbero ancora essere forti se restassero unite e lottassero per i propri diritti tutte insieme, senza farsi la guerra.
Secondo me, semplicemente, il tuo discorso è nobile e condivisibile, ma le motivazioni a cui è ispirato sono sbagliate.
Vittorio Sanna
E’ sbagliato? Non diverso dal tuo punto di vista?
Vittorio Sanna
Ma perchè ciascuno non esprime il proprio parere senza dover per forza dire cosa è giusto e cosa è sbagliato?…
Alex
Ma infatti ho ribadito che SECONDO ME (e non mi picco certo di dare giudizi “oggettivi”) è sbagliato fare il ragionamento che tu fai partendo da quei presupposti. Non mi sembra ci sia nulla di offensivo nel dire ciò. Si sta discutendo tranquillamente. Per il resto mi sembra di aver ampiamente espresso il mio parere. Se parti dal presupposto che lo sciopero sia per mantenere dei privilegi di una casta di privilegiati, da cui fai risalire l’ipocrisia dello sciopero stesso, è SECONDO ME un modo sbagliato di interpretare la mossa dei calciatori, che hanno tutto il diritto di fare quello che stanno facendo, perché non stanno difendendo un privilegio ma un semplice diritto.
Io vorrei capire semplicemente da te, senza tanti giri di parole, per quale motivo questo sciopero sarebbe ipocrita.
p.s. per chi citava il contributo di solidarietà, Damiano Tommasi ha affermato che i calciatori non hanno mai messo in discussione questo elemento, né che abbiano mai preso una posizione contraria rispetto alla tassa stessa. Anzi, ha dichiarato che la pagheranno senza problemi. Nonostante non rientri, per contratto, nei loro doveri.
Vittorio Sanna
La cosa sta diventando troppo lunga…Ho utilizzato (o forse ho solo tentato di farlo) lo sciopero dei calciatori come esempio del momento per un più ampio tema della ridistrubuzione del reddito. Cosa pensi concretamente solo di questo l’ho espresso anche ieri in un servizio a Videolina (dove il tema è l’unico che posso trattare). L’ipocrisia è nella società e non solo nel calcio perchè la situazione generale non sarebbe arrivata a questi livelli se fin dall’inizio e soprattutto, se tutti i diritti, fossero stati e fossero trattati senza “classi di reddito di appartenenza”. In tutti gli ambiti dietro battaglie di categorie, anche per principi giusti, si nascondono interessi diversi e molto spesso subdoli. Persegui un nobile obiettivo (fuori rosa) ma poi ti “vendi” anche la libertà personale (ultima parola della società su come vesti o cosa posti su facebook). Vorrei evitare però che un mio articolo diventi “dialogo personale”. SE ti piace o non ti piace basta scriverlo una volta con tutte le motivazioni. E’ una possibilità del MIO blog e non di tutti i blog. SEnza però necessariamente dover spiegare ogni puntino (cosa che capita debba fare se si usano termini (SBAGLIATO) che mettono in discussione non il parere diverso ma i contenuti usati. A garanzia di chi legge che deve avere la certezza che gli elementi trattati non sono FALSI ma semplicemente ritenuti in diversa considerazione. Non posso avere il tempo per spiegare individualmente il mio punto di vista e comprendo che non sempre posso cogliere a pieno l’intento comunicativo. Non è riuscito con te, è riuscito con altri. Credo che ci sia il tanto perchè tu ed io possiamo sostenere di aver chiarito il reciproco diverso pensiero
Alfredo
Come non si può non condividere ciò che pensi? Quello che mi preoccupa, è che la solidariètà che dici dovrebbe venire spontanea, non esce nemmeno tirandola con i denti. Da quelli che chiamiamo privilegiati, e non sarebbe pesante rendersi conto di esserlo, non esce nulla!! Si va a pescare sempre da quelli dove è più facile prendere, e se per caso anche loro si tolgono una piccolissima briciola, è sempre solamente dopo che qualcuno ha protestato per l’indigniazione, dov’è la solidarietà? Io non ho nessuna tessera di partito, quindi non sono di parte, ma finchè ci saranno persone condannate a farci le leggi, credo che purtroppo non cambieremo nulla, ma penso importante comunque parlarne.
Fab
Ho letto tutti i commenti, ci tengo solo a specificare una cosa relativamente al pezzo. Forse anche dal mio commento non si evince bene il mio pensiero: d’accordo a un discorso di riequilibrio sociale, ma sempre partendo dal diritto. In questo senso mi sono focalizzato sul discorso calcio, ma non penso che il discorso debba finire lì: tutt’altro! Penso che non esistano camere a tenuta stagna e che ogni categoria sociale, nel suo relazionarsi, influenzi le altre. Per questo dico, oggi i calciatori, domani gli impiegati, operai, docenti eccetera. Spero di essere stato più chiaro.
Grazie.
Fab
Un’ultima cosa: leggo le notizie sul mancato accordo e vorrei far sommessamente notare alcune cose. In tv e sui quotidiani (online), si dà ampio spazio a tutti i presidenti e alla “Confindustria” del pallone. Se ne dà poco invece ai calciatori. Inoltre si sostiene a mio parere in maniera “sospetta”, che i calciatori non vogliano pagare il contributo di solidarietà quando ancora non si sa nemmeno se questo contributo ci sarà e come sarà eventualmente erogato.
Evidentemente il punto è un altro: la questione “fuori rosa”. Questo è il nodo cruciale che credo colpevolmente non trova spazio sui media “mainstream”. Se venisse fuori almeno su qualche blog, come questo, non sarebbe male. Solo un’opinione personale, sia chiaro.
Vittorio Sanna
Mi dispiace che tu non abbia seguito sul media dove lavoro (Videolina) il mio servizio odierno…Lo trovi comunque postato nelle mie pagine di facebook
AndreaP.
Il problema non è il contributo da versare…ma per alcuni presidenti tra cui Lotito è i fuori rosa.Non capisco quale problema possono recare al gruppo è giusto che l’allenamento lo facciano tutti insieme…anche perchè c’è un accordo gia preso quando c’era Campana che andava firmato l’anno scorso..adesso non va più bene?