
CON ME O CONTRO DI ME
- Giugno 22, 2015
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Le telefonate le ricevo soprattutto quando il mio pensiero differisce da quello gerarchico. Mai una volta quando invece è perfettamente d’accordo. Frutto di un bipolarismo che domina la società, senza mediazioni, muro contro muro, in posizioni distinte e contrarie. La critica non è solo “massacrare” chi non la pensa come te. È anche avallare, distinguere, formare, far notare, migliorare. La critica ha un valore positivo che sembra ormai scomparso. “O con lui o contro di lui”. La frase che riassume il metodo che la società ha acquisito per confrontarsi. Meglio: per scontrarsi. È sempre più difficile osservare, valutare, verificare, di volta in volta per dare il tuo contributo ad un progetto, ad un’idea, al mondo che si muove. È difficile anche perché qualsiasi movimento non viene interpretato come nodo di un percorso che si può correggere in corsa, ma una ipotesi perfetta e statica, rigida e non flessibile che può essere solo alla fine “bocciata o promossa”. Un integralismo che non si percepisce. Una forma di fede assoluta nei confronti del bene e del male. Si è tornati indietro di millenni nel modo di pensare. Si condanna giustamente l’omofobia ma non si condanna allo stesso modo l’eterofobia. E se l’una è un aspetto quasi esclusivo delle relazioni sentimentali, l’altra è la radice dell’intolleranza che imperversa. Non si tollerano neanche i pensieri diversi, non solo le razze e le abitudini. Non si tollera che tu un giorno possa non essere d’accordo anche se il giorno dopo lo sei. Non si capisce che la diversità è una ricchezza che rende più vario e ampio l’orizzonte. Più pensieri, più visioni, più stili, più sfumature, più abitudini, più gusti, più risorse. Vorrei un giorno sentire squillare il telefono anche per conoscere meglio il mio pensiero diverso e non solo per tentare di allineare il giudizio, di adularlo, di corromperlo, di minacciarlo, di limitarlo. Quel giorno avrò un amico in più che avrà capito che da me non si potrà aspettare sempre che dica di sì. Lo ascolterò, gli proporrò la mia critica, esprimerò il mio pensiero. Se poi ognuno di noi vorrà modificare il punto di partenza, anche in piccoli dettagli, lo farà. Altrimenti ciascuno resterà del proprio avviso. Nel rispetto delle visioni differenti. L’unico modo perché l’orizzonte sia più ampio e il mondo più ricco e sereno.