la nostra generazione è cresciuta sotto l’impronta di un movimento che ti ha visto protagonista. Ti do del tu, anche se l’incarico di governo suggerirebbe diversamente, perchè è la Emma Bonino che ho seguito fin da ragazzino che scorgo sempre dietro il ruolo istituzionale. Mille battaglie in prima persona per sconfiggere le lobby e le ipocrisie. Per affernare il principio di libertà e emancipazione da qualsiasi dipendenza di carattere culturale. Non credo possibile che la donna che ha combattuto per l’aborto, che è stata arrestata a Varsavia come a New York per l’affermazione dei diritti umani, che si è battuta per l’indifferenza verso chi pativa la fame nel mondo e per l’istituzione di una Corte Penale Internazionale, rimanga insensibile di fronte al caso di Chico Forti. Non credo possibile anche perchè sono sicuro che tu non abbia iniziato a spendere parole gratis e ho ascoltato le tue riflessioni in merito. Quei giovani principi che hanno caratterizzato gli anni radicali sono un patrimonio non soggetto al tempo che passa. Rimangono sempre attuali. La voglia di lottare di allora è l’energia che sarebbe necessaria per un risveglio della nostra società. C’è bisogno oggi come allora di un esempio. Troppa sfiducia, troppo pessimismo caratterizza il momento che attraversiamo e anche se abbiamo speso tanto anche vanamente, credo che di inutile non ci sia il modello comportamentale da tramandare alle nuove generazioni. Il desiderio di cambiare, di migliorare, di sconfiggere le ingiustizie. Di abbattere l’indifferenza. Bisogna lottare contro la “globablizzazione dell’indifferenza” a cui ha fatto riferimento anche il POntefice. Persone come te (“persone” prima che ministri) non possono venire meno ad un ruolo assunto con determinazione e coraggio. Persone come noi credo non si debbano estinguere. Si lotta per un uomo che rappresenta un sinbolo della malagiustizia, “la peste che sembra contagiare il mondo”. Sappiamo che per salvarci dalla peste dobbiamo isolare ogni singolo caso. Quello di Chico Forti è uno dei tanti, ma è nostro, di cittadini italiani. Tu fai parte di quelli che non si prostrano e che hanno personalità e coraggio, costruita con anni di lotte. Per questo non smetto di crederci. Perchè non ho smesso di credere in te. Perdonami se non mi era concesso darti del tu. A darti del Lei però non avrei altrettanta fiducia.
Con grande stima
Vittorio Sanna