
L’ULTIMO STADIO
- Agosto 2, 2013
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Siamo arrivati ai titoli di coda o forse a raschiare il fondo del barile? Io spero proprio di sì perché già vomito parole contro quello che ritengo il più assurdo e grottesco paradosso a cui abbia assistito. Massimo Cellino si ritrova ormai a sferrare i colpi della disperazione. Ha incassato destro e sinistro, barcolla ma non si arrende. In palio c’è il futuro della società per azioni che risponde al nome di Cagliari Calcio. Un colpo al cuore per i tifosi sardi, colori che da soli richiamano memorie, gonfiano d’orgoglio, determinano un’identità, soprattutto persa. Uno stadio, l’ultimo stadio possibile al centro di una contesa che farebbe impallidire Camillo e Peppone. Dopo anni in cui i sindaci di Cagliari si sono nascosti dietro le barricate, evitando di muovere un dito a favore o contro, ecco Massimo Zedda. Sarà nel destino del nome ma un Massimo sommato all’altro determinano il minimo storico nei rapporti tra società e istituzione. Non conta lo sfascio. Il sindaco di Cagliari gode del successo ottenuto con il ritorno del Presidente a Cagliari. Maltrattato dai paradossi burocratici e colto in fallo per un eccesso di determinazione e sicurezza. Reduce dall’ennesimo abbandono a discapito di Quartu e di Contini che, per voglia di fare, avrebbero meritato altra sorte. Zedda potrebbe accontentarsi del Cellino con il cappello in mano e invece va oltre. Lo tiene sulla porta. Incassa i denari ma fa il prezioso. Detta la proposta alle sue condizioni. Mostra di non avere fretta. Filosofeggia sulla sorte dei soldi incassati cercando alleati tra i veri poveri della città, con impieghi che sfiorano la propaganda di antico stampo romano, non cede di un centimetro. Verrebbe da pensare, a torto, che del calcio non gliene “freghi” niente e ancor meno degli esaltati che stanno dietro ad un pallone. Sono altre le fasce deboli che chiedono di essere integrate senza escludere nessuno, né zingari, né gay. Massimo Cellino ribolle come una pentola a pressione. Non esplode, per ora, spiffera. Il terreno intorno a lui scotta. Elmas e Quartu sono capitoli finiti, argomenti ufficialmente abbandonati, partner delegittimati. Il Sant’Elia è l’ultimo stadio che però cade. Cade. Se non vi siete accorti, lo stadio Sant’Elia CADE A PEZZI. Logica vorrebbe che un immediato intervento sia a vantaggio di tutti. E invece Cellino e Zedda, tengono in pugno le loro armi, il Cagliari e il Comune del Capoluogo. Per alimentare un infelice duello, a discapito del Cagliari e della sua immagine e del patrimonio di Cagliari città. Gli altri guardano. Se qualcuno si fa avanti con voglia di agire viene tacciato di speculare per trarre benefici di immagine. Il qualcuno che potrebbe invece intervenire nel suo legittimo ruolo ha paura di fare una mossa sbagliata. Riesce solo a chiedere che si smetta di litigare. E l’ultimo stadio dei Sardi rischia di diventare macerie. Sotto troveranno tutti noi, umiliati e silenti, vittime di fantasiosi titani che hanno perso la dimensione di sé. Credono di essere grandi grandi ma si ritroveranno presto piccoli piccoli.
Marco Mastino
La cosa che mi fa più rabbia è che il nostro idolo di sempre “Gigi” difenda a spada tratta il mantenimento della cosi detta storica struttura dello stadio. Io non capisco se abbia visto le condizioni attuali del Sant’Elia. Perché questa mania del ricordo, con tutto il rispetto, frenando il futuro. Vorrei, spero, che Riva legga e mi risponda che ho capito male, che non è il suo pensiero. Sempre e per sempre Forza Cagliari!
Marco Mastino
Cagliari Supporters “Enzo Francescoli” – Orune
Alberto
Gigi Riva non ha alcun legame nostalgico col Sant’Elia, lo stadio dove ha subito l’infortunio che ha posto fine alla sua carriera. Leggete le sue ultime dichiarazioni sul Sant’Elia. Chiede solo uno stadio VERO, senza tribune metalliche o strutture precarie. Uno stadio VERO di cui i sardi possano essere orgogliosi. Riva non vive nel passato, ha girato il mondo con la Nazionale italiana, visitando gli stadi più belli e moderni. La sua unica colpa è di amare Cagliari, il Cagliari e la Sardegna
Pietro.
Chissà chi lo ha lasciato cadere a pezzi il S.Elia….al solito si da la colpa a tutti tranne a chi è l’unico colpevole di questi anni da incubo, assieme a chi glielo ha permesso, leggasi Floris e Delogu.
Zedda e il Comune di Cagliari stanno prendendosi IL TEMPO CHE E’ NECCESSARIO per fare le cose per bene e non alla quartese.
Ma è sempre più facile e spt populistico dare addosso ad un sindaco che non si cala le braghe piuttosto che dire qualcosa contro il padrone del vaporetto rossoblù. Delusione enorme. Anzi, niente di nuovo in effetti. Questo è il giornalismo a Cagliari.
Vittorio Sanna
Io ho il sospetto che il Signor Pietro Figus abbia serie difficoltà coordinative e/o di capacità di cogliere il contenuto di un testo. Se non fosse sbilanciato a sinistra e fedele servitore dell’attuale Sindaco saprebbe forse leggere che sono riconosciute le responsabilità accumulate dai predecessori di parte opposta, che è riconosciuta la particolarità del Presidente del Cagliari, che sono riconosciuti i meriti del Sindaco Zedda. E saprebbe leggere che non ci si può però fermare e sia necessario andare avanti se non per dare lo stadio al Cagliari per conservare lo stadio dei Cagliaritani per un uso che la sua amministrazione potrà decidere, anche diversa dalla concessione al Cagliari. Se invitare le parti a ricordarsi del proprio ruolo ed evitare inutili e dannose rivalità significa essere asserviti, bene, allora io sono un servo: sono uno schiavo del bene comune e delle prepotenze di chi occupa un ruolo di rappresentanza, usando ciò che rappresentano come strumento di loro personali battaglie. Sia esso il Presidente del Cagliari oppure o anche il Sindaco di Cagliari. Si rimetta dritto e accenda la propria indipendenza di giudizio. Siamo amici e non facciamo la guerra
Pietro.
Ma quale sinistra Signor Vittorio Sanna. Io ho votato Delogu 2 vv e pure Floris 2 vv. E proprio perchè ho la mia indipendenza di giudizio, ho votato Zedda alle ultime elezioni, perchè come tutti vedevo la mia Città scivolare nel baratro che ora ilo giovane sindaco sta disperatamente tentando di allontanare, anche facendo errori, ma con quella onestà intellettuale che TUTTA la Città non ha potuto apprezzare nei suoi avversari odierni.
Lei quindi, come tutti i tifosi del Cagliari, anche quelli che non svendono i propri principi e le proprie priorità in nome di una squadra di calcio (di cui sono stato abbonato per 18 anni consecutivamente), avrà la sua convenzione firmata per poter rientrare al S.Elia il prima possibile, che non vuol dire fare in fretta e a tutti i costi.
Questo è il dovere di un buon amministratore: fare le cose per bene e nell’interesse della Città tutta, anche di quella fatta dalla stragrande maggioranza, che ne ha le tasche piene della gazzarra mediatica che i fans del calcio, spesso nemmeno cittadini cagliaritani, hanno scatenato in questa Città.
La mia schiena non è drittà….è drittissima. Cosa che spero possa dire anche lei.
Non voglio fare nessuna guerra e vorrei essere amico di tutti, ma la guerra deve finirla di fare spt chi l’ha cominciata e alimentata in questi 2 anni da incubo.
Spero di aver chiarito meglio il mio pensiero. Buon lavoro.
vittorio sanna
Credo che un’attenta lettura e non il desiderio di mettere in dubbio l’onestà altrui per valorizzare la sua, Signor Pietro, le avrebbe permesso di evitare troppi giri per dire la stessa cosa che esprimeva il mio intervento. È che a questo mondo non si tenta di essere belli ma “meno brutti”. Se Lei imparasse ad esprimere i suoi bei pensieri senza dover tentare di abbruttire quelli degli altri avrebbe certamente più occasioni di condivisione e meno di conflitto. Ma capisco che è più bello pensare che tutte e altre mele sono marce e lei è una rara mela buona. Il veleno però talvolta è nascosto nelle mele apparentemente più buone. Pertanto la invito a valutare scevro da cattivi preoncetti nei miei confronti a rileggere BENE il mio intervento per capire quanto inutile era il suo attacco. Serena giornata, mi creda, l’augurio più utile che possa farle.
Pietro.
La migliore risposta alla fine l’hanno data i tecnici del Comune e del Cagliari Calcio, nei tempi e modi previsti.
Manca solo la firma definitiva in quanto l’accordo deve essere rattificato dal Consiglio Comunale. Si spera che la firma si possa avere domani, massimo dopodomani. Probabilmente entro sabato il Cagliari avrà nuovamente in mano le chiavi dello stadio. Non avesse mai nemmeno pensato di andarsene oggi non si sarebbe in questa situazione e magari si discuterebbe proficuamente del futuro del S.Elia. Come a Udine.
Vittorio Sanna
Non posso che essere contento di questo. Aggiungo che di fronte al fatto che si stia trovando in tempi brevi la soluzione trovo inutile guardarsi indietro. Auspicavo una soluzione saggia e responsabile, lasciando da parte le beghe personali: così sta avvenendo. Benissimo. Per il bene di tutti
Pietro.
L’importante è avere tutti chiaro che questo è solo un passaggio temporaneo perchè la soluzione finale per il bene del Cagliari Calcio e della Città di Cagliari tutta è quella di avere uno stadio nuovo, parzialmente o totalmente rifatto, ma nuovo.
Ecco, io credo, se mi è permesso dare un consiglio,fare pressione mediatica su questo: deve essere trovato una ccordo proficuo tra pubblico e Privato come a Udine. E’ assolutamente neccessario.
Il ritorno al S.Elia da questo punto di vista lot rovo un primo passaggio fondamentale perchè ha riaperto i canali di discussione tra le parti.
Quindi approvo: basta con le rivendicazioni e magari gli insulti e si pensi al NUOVO S.Elia.
Per il bene di tutti.
Pietro.
Chiedos cusa per gli errori di ortografia. La fretta….appunto! 🙂
Vittorio Sanna
Nessun problema, l’importante è il fine da raggiungere 😀