L’intento non è nuovo, disfarsi di giocatori che nel Cagliari hanno affondato radici. La possibilità di riuscire notevolmente cresciuta. Se una volta c’erano giocatori che facevano da intelaiatura base, oggi non è più così. E’ importante dirlo per fare in modo che dal frullato della preparazione possano essere scartati anche quelli che per i tifosi sono gli ingredienti migliori. Conti e Cossu, dopo Agostini (anche se i nomi si fanno molto indirettamente). E’ il terzo anno che inizia così, con un’accusa che è sempre la stessa, mettere la popria individualità davanti agli interessi del gruppo. Poca disponibilità negli allenamenti e nell’interpretare gli schemi detati dall’allenatore. Capo d’accusa difficile da smontare perchè si fonda sull’esclusiva dichiarazione dei capisquadra. Bisoli, Donadoni e ora Ficcadenti. Tutti prima o poi hanno pubblicizzato il concetto che prima di loro è stato del Presidente. Al terzo tentativo potrebbero riuscire nell’operazione, anche perchè il fatto stesso che tre tecnici di fila esprimano lo stesso concetto e tentino l’emancipazione dalle figure storiche  rafforza la tesi. Basterà non pensare che gli allenatori seguono una linea editoriale e che il comune pensiero nasce dal comune datore di lavoro, in tempi diversi. Eseguono gli ordini. Certo, per onesta intellettuale, stando al di sopra delle parti, dobbiamo prendere in considerazione ci possa anche essere un fondo di verità. Ma a molti non sembra. Anche perchè il Cagliari mangia allenatori quasi allo stesso ritmo con il quale mangia capitani. Al massimo indossano la fascia per due stagioni di fila. L’anticamera del licenziamento. Qualche eccezione solo nel secolo scorso. L’unica alternativa è resistere. Ma bombardati dalle provocazioni, al rischio di essere esclusi e fatti fuori dal mercato per “scelte tecniche”, si rischia il suicidio. Conti e Cossu verranno ceduti? Forse sì. Se anche la piazza dovesse ribellarsi il caprio espiatorio è pronto. Sarà colpa solo di Ficcadenti.