Sembra il solito avanzo di galera, il malandrino che ci vuole millantare la bellezza della malavita, il codice d’onore dei delinquenti e le solite tematiche sentite e risentite dagli ascoltatori del genere. L’arrivo al successo di Alessandro Vanetti (in arte Massimo Pericolo) è stato fulmineo e in meno di un anno è passato dal fare musica per la sua cerchia di amici e la provincia a essere la stella nascente più solida e rispettata nello scenario rap italiano. Basta pensare solamente alle collaborazioni fatte che contano nomi di primissimo spessore come Marracash e Fabri Fibra. Ma com’è stata possibile questa scalata? Come è riuscito questo ragazzo dal passato travagliato a conquistare le orecchie dell’audience italiana nel momento di maggiore prestigio per gli altri interpreti del genere? Eppure non usa flow esageratamente ricercati, né un citazionismo ampio e neppure tecnicismi che ti fanno saltare dalla sedia. Quindi cosa ha reso il ragazzo varesotto così centrale nell’ambito musicale italiano? La chiave per capire il successo di Massimo Pericolo è l’empatia. Il rapper attraverso i suoi testi riesce a trasmetterti direttamente le emozioni che prova, senza filtri, crude e forti come esse sono in realtà. L’ascoltatore si immedesima nelle turbe e nelle gioie, poche, del cantante nonostante alcune situazioni non le abbia mai vissute e probabilmente non le vivrà mai. Questo grazie ad una scrittura molto impulsiva e egregiamente descrittiva che ti teletrasporta nel corpo dell’autore nell’esatto momento a cui lo stesso si riferisce facendoti assaporare i colori, gli odori e le immagini descritte. È in questo modo che egli riesce a trasmettere la solitudine, il freddo e il degrado del carcere anche a chi non si sognerebbe mai di fare niente che lo faccia rischiare di entrarci, o la desolatezza della provincia anche a chi vive nel centro delle metropoli. Il lessico che utilizza è grezzo, spinoso e graffiante come se i fatti te li stesse raccontando un amico caro a cui serve un qualcuno con cui sfogarsi. Sono un esempio di questa qualità canzoni come Ansia, Scialla Semper e Amici, tutte contenute nel suo ultimo album “Scialla Semper”. Massimo Pericolo racconta la realtà delinquente non per enfatizzarla e sponsorizzarla ma proprio per dipingerla per quello che realmente è, il degrado.

Andrea Sanna