Pronti via e già il meccanismo di chiusura non è quello solito. Il Cagliari al Renzo Barbera si è complicato la vita fin dal primo minuto sugli sviluppi di un tema tattico prevedibile: lancio lungo  e giocata sulla seconda palla. Non ha saputo subito ritrovare la lucidità necessaria, anzi. Più volte ha regalato ai rosanero l’opportunità di andare a rete. Venti minuti da brivido in cui si è corso il rischio di subire la goleada, sempre e comunque su errori  incredibili, soprattutto individuali. Recuperare due gol non è però apparsa impresa impossibile dal momento in cui si è ripreso ad essere il CAgliari. Addirittura mettendo in evidenza un Palermo “poca cosa”.  A parte Tzorvas. Il portiere greco ha fatto la differenza. Dalla sua porta ha levato due gol fatti pareggiando le sbavature su punizione. Inguardabile quella che ha portato al gol di Miccoli. Gioco e carattere ci sono stati e se il primo squillo fosse arrivato lontano dal triplice fischio molto probabilmente staremo a raccontare un’impresa. Invece dobbiamo sottolineare il peggior Cagliari di questo avvio di stagione nei primi venti minuti e quello migliore nel corso del secondo tempo. Amnesie fatali, come macchie lunari. Crateri dai quali non siamo stati capaci di uscire. Da evitare nell’immediato futuro, perchè DI Natale e company non è detto che ci grazino come hanno fatto Zahavi e Miccoli. Testa sotto il ghiaccio e concentrazione da riportare immediatamente ai massimi livelli.