
2.000 GRAZIE
- Settembre 10, 2013
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Più di duemila auguri. Più di duemila persone che hanno costruito un puzzle di affetto che mi ha totalmente avvolto nel giorno del mio compleanno. Iniziato con il magone. 50 anni ti fanno paura. Mi sono detto che d’ora in poi non avrei più dovuto ripetere la stessa cosa alla stessa persona. Il tempo si riduce e va sfruttato e non sprecato stando dietro ai disattenti. 2.000 auguri da ogni parte del mondo. Cito Leipzig, Lipsia, capitale della Sassonia. Arrivano da Ivan e mi ricordano che gli abitanti di Lipsia hanno contribuito ad abbattere il Muro di Berlino. Una manifestazione pacifica di 300.000 persone contro la guerra fredda, contro le divisioni, contro la storia che vuole comandare una nuova realtà. Nel giorno in cui il tema della guerra è d’attualità e i pretesti per fare guerra sono più forti delle concrete esigenze. Storia vecchia più dei miei 50 anni. Auguri di padre in figlio. Michele Pinna che mi dice di essere figlio di Francesco mi commuove. Generazioni che passano e che mi dicono che la stima è ereditaria. Come la mia nei loro confronti. Auguri anche che sanno di novità. Il mio amico Mauro non riesce a scrollarsi di dosso l’infamia inventata dai suoi stessi colleghi di partito. Combatte, sbaglia, ma è sempre in prima linea. Il grillino Nazza dimostra di essere uomo libero e lo sa riconoscere. È un bel regalo avere amici che non si fanno imboccare i giudizi. Tanti miei ex alunni. Generazioni che cambiano. Già sei quelle trascorse. Ne conto almeno altre tre prima della pensione. Valentina e Roberta non si dimenticano mai. Francesca mi anticipa l’anno scolastico e mi dà la solita carica. Serena mi strappa anche qualche lacrimuccia perché lei ed io saremo ex, alunna e maestro, con non pochi rimpianti. Ma i tempi sono duri per piccoli e grandi. Il calcio e i sardi. Non è un caso che gli auguri che mi arrivano sono patriottici. Cocco, Pisanu, Burrai, Bianchi, Giorico padre… Ma anche arbitri e qualche calciatore “continentale”: ricordate l’americano della primavera Fafa Picault? Non certo per interesse mi considera suo amico. E dei bravi ragazzi che inseguono un sogno io sono sempre amico. Anche tanti colleghi di lavoro. Non i più importanti (sono pericoloso), ma gli amici veri, Giuseppe, Fabiano, Simone, Massimo, Alberto, Lele… E quelli licenziati: Davide mi ha regalato anni fa la sigla di Storie di Sport. Io ho scelto solo la musica. Ma la meritocrazia è stata un’illusione. Anche i filosofi socialisti e comunisti come me la rivendicano. Esiste invece il vassallaggio e il clientelismo che ha mandato a picco l’Italia. In 50 anni non ho visto grandi cambiamenti. Ma i 2.000 auguri sono il segno che il lavoro fatto con umiltà e passione è una semina. Tanti raccolti che non sfioriscono e che ho il dovere, giorno per giorno, di innaffiare. Per questo 2.000 grazie sono solo l’inizio di una storia di reciproca stima che continua e che spero di non tradire mai. 2.000 GRAZIE